(una mia personalissima traduzione e adattamento della poesia “William Goode”, in “Antologia di Spoon River”, di E. Lee Masters)
Curiosa ed impaziente, ho vagabondato…
Un giorno mi son fermata:
una panchina
un’ombra
Sono stata a testa in giù, appesa ad un ramo di quell’albero, accompagnata dal dolce russare dei pipistrelli, risvegliata dai raggi che penetravano tra le foglie, coccolata dal silenzio di chi, passando, guardava su e sorrideva… e sussurrava… e raccontava…
Ho deciso di fare di quest’albero, la mia casa.
Ho deciso di fare di questa panchina, la ninnananna dei miei pensieri.
Ho deciso di fare di quell’ombra, la mia ombra… ad un passo dai miei pensieri, ad un passo da chi c’è appena più in là.
Nel caso qualcuno abbia voglia di passare a salutare, ora abito qui.
Starò a giocare con i semini di senapa… chicchi minuscoli, invisibili… che crescono con sole e pioggia.
Lascio questo mio spazio verde, così… com’è… con i giocattoli fuori posto, l’eco delle parole e le orme sulla strada…
In fondo, tutto quello che conta, è con me… alla rinfusa nelle tasche…