La maggior parte di noi si porta dentro, da sempre, un viaggio, che non è una semplice visita, ma un sogno. E va crescendo a poco a poco, costruendosi una delicata architettura. E’ un’amabile malinconia, che sviluppiamo con un complicato processo: senza voli aerei, senza tempo, senza soldi. Dalle palpebre verso dentro.

Un viaggio di questo tipo si alimenta di letture, cartoline illustrate, carte geografiche, ortografie, persone che arrivano con delle notizie, avventure vissute da altri e di cui uno si sente partecipe, nell’oscurità di una sala cinematografica o a casa, soli davanti al televisore.

Un pezzetto dopo l’altro prende forma il paesaggio che si riproduce una realtà che non si può toccare, ma forte come il vincolo che unisce il corteggiatore alla sua amante segreta. Credo sia una sorta di pellegrinaggio che ha a che vedere con il luogo a cui, per motivi misteriosi, sentiamo di voler appartenere

(da “Amor America” di M.Torres)

Perle di saggezza popolare (grazie a Venessia.com)

Io vado...

...nella mia nuova casa

lunedì 31 dicembre 2007

Il tramonto di un nuovo giorno

Eccoci arrivati...
Il sole sta scendendo... si sta per nascondere, dove gli occhi non possono più scorgerlo, ma dove le anime riescono ancora a percepire il suo calore!

Un altro giorno sta per finire e domani... domani un nuovo giorno comincerà.

Le ultime ore per pensarci su... quanti ricordi, quanto amore, quante occasioni, quente novità! Qualche rimpianto e qualche dolore.

Ma l'orizzonte è rosso davanti a noi e, si sa, qualcosa di buono porterà... basterà crederci!

Auguro a tutti, prima tra tutti a me stessa, di saper cogliere ogni minuto... di avere il coraggio di saltare su ogni treno... di avere l'umiltà di ascoltare ogni voce... e di non aver paura di osare!

D'altronde... vola solo chi osa farlo!

Buon volo! per questa notte, che non tornerà!

Bless you!

foto: Jesolo, 26/12/2007

giovedì 27 dicembre 2007

...e lo ascolterò gridare...

A me m’ha sempre colpito questa faccenda dei quadri. Stanno su per anni, poi senza che accada nulla, ma nulla dico, fran, giù, cadono. Stanno lì attaccati al chiodo, nessuno gli fa niente, ma loro a un certo punto, fran, cadono giù, come sassi. Nel silenzio più assoluto, con tutto immobile intorno, non una mosca che vola, e loro, fran. Non c’é una ragione. Perché proprio in quell’istante? Non si sa. Fran. Cos’é che succede a un chiodo per farlo decidere che non ne può più? C’ha un’anima, anche lui, poveretto? Prende delle decisioni? Ne ha discusso a lungo col quadro, erano incerti sul da farsi, ne parlavano tutte le sere, da anni, poi hanno deciso una data, un’ora, un minuto, un istante, è quello, fran. O lo sapevano già dall’inizio, i due, era già tutto combinato, guarda io mollo tutto tra sette anni, per me va bene, okay allora intesi per il 13 maggio, okay, verso le sei, facciamo sei meno un quarto, d’accordo, allora buonanotte, ‘notte. Sette anni dopo, 13 maggio, sei meno un quarto, fran. Non si capisce. E’ una di quelle cose che è meglio che non ci pensi, se no ci esci matto. Quando cade un quadro. Quando ti svegli un mattino, e non la ami più. Quando apri il giornale e leggi che è scoppiata la guerra. Quando vedi un treno e pensi io devo andarmene da qui. Quando ti guardi allo specchio e ti accorgi che sei vecchio. quando, in mezzo all’Oceano, Novecento alzò lo sguardo dal piatto e mi disse: “A New York, fra tre giorni, io scenderò da questa nave”. Ci rimasi secco. Fran. A un quadro mica puoi chiedere niente. Ma a Novecento sì. […] Volevo capire perché, una ragione doveva pur esserci, uno non sta trentadue anni su una nave e poi un giorno d’improvviso se ne scende, come se niente fosse, senza nemmeno dire il perché al suo migliore amico, senza dirgli niente.

“Devo vedere una cosa, laggiù,” mi disse.

“Quale cosa?” Non voleva dirla, e si può anche capirlo perché quando alla fine la disse, quel che disse fu:

“Il mare”.

“Il mare?”

“Il mare”

Pensa te. A tutto potevi pensare, ma non a quello. Non volevo crederci, sapeva di presa per il culo bell’e buona. Non volevo crederci. Era la cazzata del secolo.

“Sono trentadue anni che lo vedi, il mare, Novecento”

“Da qui. Io lo voglio vedere da là. Non è la stessa cosa.”

[…] Posso rimanere anche anni, qua sopra, ma il mare non mi dirà mai nulla. Io adesso scendo, vivo sulla terra e della terra per anni, divento uno normale, poi un giorno parto, arrivo su una costa qualsiasi, alzo gli occhi e guardo il mare: è lì, io l’ascolterò gridare.

da "Novecento" di A.Baricco

Sono vent'anni che vedo il mare... l'ho visto da diverse prospettive... ne ho visto diversi colori, sfumature, riflessi... ma ieri il mare aveva un sapore diverso! Ogni volta, ogni occasione lo rende qualcosa di speciale... è come se lo vedessi anche con gli occhi della persona che è lì accanto a te, che sente lo stesso profumo, coglie lo stesso rumore delle onde... "vorrei imparare dal vento a respirare, dalla pioggia a cadere, dalla corrente a portare le cose dove non vogliono andare e avere la pazienza delle onde di andare e venire, ricominciare a fluire." (da "Imparare dal vento" - Tiromancino)

E così, da questa nuova prospettiva, il mare ci ha suggerito che forse, guardando da un'altra angolazione, molte son le cose che hanno un gusto diverso!

Nessun dettaglio, nessuna espressione... ombre... mano nella mano... orma dopo orma

GRAZIE!
Semplicemente
e meravigliosamente...
grazie! ;)



lunedì 24 dicembre 2007

E' Natale...

E’ Natale ogni volta che
sorridi a un fratello e gli tendi la mano.

E’ Natale ogni volta che
rimani in silenzio per ascoltare l’altro.

E’ Natale ogni volta che
non accetti quei principi
che relegano gli oppressi
ai margini della società.

E’ Natale ogni volta
che speri
con quelli che disperano
nella povertà fisica e spirituale.

E’ Natale ogni volta che
riconosci con umiltà i tuoi limiti e la tua debolezza.

E’ Natale ogni volta che
permetti al Signore di rinascere per donarlo agli altri.

Madre Tersa di Calcutta


E’ per questo che vorrei ringraziare, uno ad uno, le persone che mi hanno reso quest’anno migliore… regalandomi emozioni, standomi vicino, condividendo sorrisi e lacrime…
E lo faccio usando la cosa che più sento mia, la musica! Ad ognuno è dedicata una canzone che ora, in questo preciso momento, mi piacerebbe far ascoltare.

Il mio piccolo GRANDE grazie va a:

- Mamma e Papà… per avermi donato la serenità e per insegnarmi, ogni giorno, l’autenticità. Per saper capire, per condividere, per dare un’altra possibilità, per farmi sentire al sicuro, per insegnarmi la responsabilità. Per… tutto! (“Per te” di Lorenzo)

- Matteo… per avermi riempito il cuore! Per quella magia che chiamiamo amore (“Arrivi tu” di Grignani)

- la mia Chiaretta… per tutto! Per le nostre avventure passate, per la strada che ci unisce e… per essere il mio angelo custode!... Come sempre! (“Le cose che vivi” di L.Pausini)

- la mia sorellina, la Fede… per essere faro luminoso, davanti a me (“Grazie perché” di G.Morandi)

- Enrico… perché, alla fine, non servono parole… (“Un amico è così” di L.Pausini)

- i bimbi dell’asilo… per avermi insegnato a meravigliarmi davanti alla semplicità della vita. Per farmi commuovere ed emozionare, per tutti gli abbracci, i baci e i loro piccoli grandi doni! (“I bambini fanno oh” di Povia)

- Alberto… per avermi insegnato il coraggio e per ricordarmi che non sono i chilometri ad allontanare (“Scrivimi” di N.Buoncuore)

- Bizzz… per essere il mio elisir di L/C ;) e soprattutto per avermi fatto scoprire che non è mai troppo tardi per incontrare un nuovo fratellino e avere così tanto da condividere! (“Buon anno” di Lorenzo)

- Cri… per avermi insegnato il sorriso, per la sua semplicità e autenticità, per il suo arrivare al cuore delle cose e per avere sempre un pensiero… (“Ogni volta” di Vasco)

- Marta… per avermi regalato la magia del ritrovarsi (“Gente” di L.Pausini)

- Alice ed Elisa… per la pazienza e la disponibilità; perché nonostante il mio andare e venire, mi fanno sempre sentire a casa! (“Siamo noi” di L.Pausini)

- i miei lupi… per la loro semplicità (“Grazie a te” di R.Zero)

- Elena… per avermi insegnato la costanza, per la pazienza… per esserci, sempre, e nonostante tutto! (“Angoli di cielo” di Tiromancino)

- la mia prof., Laura… per avermi regalato la magia della condivisione (“I giorni migliori” di Tiromancino)

- Bruno… per lasciarmi sempre la porta di casa spalancata (“Ramblers Blues” dei MCR)

- Giacomino… per aver condiviso con me gioie e dolori, per rimanere, in fondo, il mio grande compagno di viaggio! (“Strada facendo” di C.Baglioni)

- Vale… per avermi insegnato che se ci credi, ci riesci (“Attimi” di G.Barbarotta)

- Stefano… per avermi insegnato quanto è bello fare qualcosa per gli altri (“Come il sole all’improvviso” di Zucchero)

- Maryann, la mia streghetta… per avermi insegnato che una semplice chiacchierata può regalarti più emozioni di un’intera vita! E per l’ospitalità e la generosità (“Quello che rimane” di G.Barbarotta)

- Angelo… per avermi insegnato che il tempo e le distanze non cancellano le tracce sulla strada percorsa insieme. (“Tornano in mente” di A.Britti)

- Tina… per avermi insegnato che bisogna saper guardare oltre, capire ed ascoltare (“Eccoci” di A.Britti)

- Michi… per avermi insegnato che la vera magia è essere quel che si è (“Siamo ancora qui” di G.Barbarotta)

- Chiara… per avermi insegnato quanto è importante non farsi fregare dall’orgoglio e dal passato (“Imparare dal vento” di Tiromancino)

- Enrico… per la pazienza che ha sempre dimostrato, perché, nonostante i miei impegni e i miei tanti “No”, è sempre lì. (“Ninnananna” dei MCR)

- Pablo… perché nonostante le distanze e le mie promesse mai mantenute, mi è sempre nel cuore! (“Torno subito” di M.Pezzali)

- Emi… per avermi insegnato che, in silenzio, si dice di più (“La strada” dei MCR)

- Andrea… per avermi insegnato a crederci fino in fondo (“Gente di mare” di U.Tozzi)

- Veronica… perché insieme è più facile e più bello! (“Tutto può succedere” di Lorenzo)

- Aldo… per avermi insegnato la preziosità della vita. E perché, lo so, che da una stellina lui ci guarda e ci protegge. (“Arcobaleno” di A.Celentano)

E poi voglio augurare, di cuore, un Buon Natale a tutti gli irlandesi o agli irlandiani come me, che si sentono un po’ Irish, nel cuore!

A tutti quelli che qui non ho citato, a quelli a cui voglio bene e non sempre sono riuscita a dimostrarlo. A tutti quelli che mi hanno regalato un sorriso o hanno saputo arrivare fino al cuore. A quelli che non ho salutato, passando per strada (e sono molti!;) ma, ragazzi, sono cieca, che ci posso fare?!). A chi mi ha dato qualche dispiacere, perché alla fine ho imparato a tirar fuori i denti. A quelli che hanno aspettato, pazienti, i miei impegni, il mio poco tempo, il mio non esserci. Agli amici che ho trascurato, perché, nonostante tutto, sono sempre lì per me! A chi ha creduto in me, anche quando non l’ho meritato. A chi, attraverso musica, parole e pensieri, mi ha aiutato.

A tutti quelli che hanno intenzione di viversi ogni giorno, ogni ora, ogni minuto del tempo che ci viene regalato!

A chi crede nel “E’ Natale ogni volta che…”!

Buon Natale!

lunedì 17 dicembre 2007

Ah... i bimbi (capitolo secondo)

Tutto è partito da un test inviatomi via mail sull'età mentale… mi è piaciuto e mi sono incuriosita al sito… tra tutti i vari questionari, uno in particolare ha catturato subito la mia attenzione: la domanda era chiara: QUANTO SEI RIMASTO BAMBINO?

Il destino ha voluto che i bambini, in quest’ultimo periodo, entrassero a far parte della mia vita da protagonisti, a volte in modo inaspettato e altre volte in modo inaspettatamente meraviglioso! è un gioco di parole ma.. rende! ;) Prima il mio servizio in L/C, poi il mio lavoro all’asilo… poco alla volta, ho ricominciato a credere nella magia del tornare bambini, anzi, dell'essere un po' bimbi, dentro al cuore... diciamo che ho tolto gli occhiali!

Mi spiego meglio.

Succede sempre che, ad un certo punto, arriva il desiderio di “diventare grandi”, il bisogno di dare un senso, di trovare risposte e di scavare oltre la superficialità, l’immediatezza, quando provi sulla tua pelle la schiettezza della vita e capisci che i giri di parole non bastano più. Ecco che, d’un tratto inizi ad usare un altro linguaggio: progetti, scelte, decisioni, responsabilità, dovere…

Quello che vedevi prima, ora non basta più. Serve qualcosa che prima non avevi: gli occhiali! Per guardare lontano, per vedere più in là. Diventare adulti significa mettere gli occhiali.
E allora inizi a camminare, con lo sguardo fisso davanti a te, all’orizzonte; più lontano sai guardare, più riesci a rispondere a quelle domande che iniziano a farsi insistenti: cosa ti piacerebbe fare da grande? Ora che sei diventato grande, cosa farai? Come ti vedi tra 20 anni? Chi diventerai?
E quegli occhiali non bastano mai. Forse non sono abbastanza forti, queste lenti… vedi più distante, sì, ma ogni volta ti sembra non sia abbastanza: trovi una risposta e arriva subito una nuova domanda… cavolo, questa ancora non la vedo… è tutto così sfuocato!
Così impegnati a guardare lontano che non vediamo più la strada che corre, sotto ai nostri piedi.

Si diventa più alti. Ma qualcosa si perde…
Dall’alto si vede la cima della montagna, ma non si sente più il profumo dei fiori. Si vede il cielo all’orizzonte ma si perde il colore dell’erba. Ci si siede sempre su sedie, sedili e poltrone, dimenticando la sensazione dei sassi sotto al sedere. Si toccano maniglie, tavoli, pulsanti e tasti, borse, zaini, piatti… ma non si sente più la terra tra le dita. Tutto da un’altra prospettiva, insomma.

Quello che è successo a me è strano: da un giorno all’altro sono stata costretta a togliere quegli occhiali; perché quando parli con loro, con i bimbi, se tieni addosso gli occhiali, loro ti guardano straniti… non ti capiscono…
E tu, così abituato a rispondere a quelle domande così complicate, ti senti senza fiato davanti a: “Maestra, perché non c’è il cielo?”… ma come manca il cielo?! E’ lì! E’ possibile che non lo vedi?! E’ lì… ma poi guardi la figura e… cacchio, manca veramente! Ho colorato tutto fuorché il cielo!, pensi, attonita, di fronte al disegno che hai portato loro. Certo, io il cielo l’avevo pensato, anzi, l’avevo dato per scontato che lì ci fosse! Ma per loro… per loro un disegno senza il cielo e senza il sole, è un disegno a metà. E c’hanno ragione! Pensa te un mondo senza il cielo azzurro! O senza il sole! E così ti senti sfilare gli occhiali, provi ad abbassare lo sguardo e… che meraviglia! Risenti le canzoncine, senti il calore tenendo in braccio un bambino, senti il dolore di una lacrima.

Tutto è più veloce quaggiù. C’avete mai pensato quanto tempo ci vuole per un bambino a chiedere scusa? Due secondi. Quando hanno capito che una carezza data troppo forte può diventare uno schiaffo, allora abbassano lo sguardo ed esce quella parola magica: “Scusa!”… assomiglia più a un “Cusa”, ma il significato è lo stesso! ;)

E avete mai pensato a come far passare una brutta botta? Quando, camminando, la testa batte forte contro il tavolino… dopo un istante scende la lacrima ed inizia la disperazione… “dai, vieni qui, un po’ d’acqua e passa tutto!”… ma, niente, il pianto non si placa! un po’ di disinfettante?... del Lasonil?... “ma che devo fare?!?! Che esagerati ‘sti bimbi!! Tutto ‘sto casino per una botta!” … ah, bisogna togliere gli occhiali!! Noi eravamo già al pronto soccorso, al telefono con i genitori, al pensiero di non fare in tempo a finire il programma… abbiamo pensato troppo! E non abbiamo fatto quello che, ognuno di noi, vorrebbe che succedesse quando si cade e ci si fa male… solo allora, solo quando riusciamo a pensare meno e a sentire di più, allora ci può venire in mente che quello che, attraverso le lacrime, il bimbo ci stava chiedendo è… un bacio!

Semplicemente e meravigliosamente un bacio!

Il bacino ha poteri magici: ti avvicini e dai un bacino, piccolo piccolo, accompagnato magari da una carezza e… wow… non piange più! Anzi, è addirittura già tornato a giocare, col sorriso sulle labbra! E tu rimani senza parole, senza fiato… ti senti… svuotato in un instante… come un ago piccolo e sottile si avvicina ad un palloncino e… lo buca! Quello resiste a tutto: schiaffi, botte, pedate ma… all’ago piccolo e sottile, no… scoppia!

E da queste esperienze, poco alla volta, inizi a togliere gli occhiali, a sederti per terra e a scoprire che quello che si vede da lì è magico… vedi sotto la cattedra, vedi la polvere sul pavimento, vedi le radici sporgenti dell’albero, vedi la ruota della macchina… vedi che i fiori sono più grandi e scopri anche lo stelo, che da lassù, non lo nota mai nessuno. Vedi i lombrichi e le formiche; vedi al di là della strada, sotto alle macchine; capisci quante persone ci sono attorno a te, solo dal numero di scarpe.

Non basta abbassare lo sguardo. Bisogna provare a sedersi, per terra!

E allora, è con grande orgoglio che dico che il mio risultato è stato 76. 76& di bambina in me!
Ecco il profilo:

Bambino in positivo. Le tue risposte al test mostrano che una parte di te è rimasta inalterata rispetto alla tua infanzia: questo ti permette di cogliere alcune sfumature della vita che a molti sono precluse, di percepire eventi e occasioni in modo spontaneo e privo di condizionamenti "adulti". Ti trovi molto a tuo agio con i bambini e loro ti apprezzano molto, perché sei in grado di tornare bambino insieme a loro, senza perdere comunque di vista le tue responsabilità di adulto. Cerca di fare in modo che questo tuo aspetto non vada perduto: è un dono.

Ovviamente mi ha fatto molto piacere! :) Anche perché son convinta che, qualche tempo fa, non sarebbe uscito lo stesso risultato!
Auguro a tutti di riuscire a sfilare quegli occhiali, a sedersi per terra, a vedere quanto son grandi i fiori e quanto è immenso il cielo da laggiù!

Questo è il mio impegno per Natale.
E il vostro?


foto: Ann Geddes

domenica 16 dicembre 2007

Ah... i bimbi!

"Cosa importa se finita e cosa importa se ho la gola bruciata, o no. Ciò che conta e che sia stata come una splendida giornata!"

Beh, non è ancora finita, a dire il vero... ma le cose più belle sono già arrivate: una splendida festa di gruppo (come da tanto, tanto tempo non era così bella!!), ma la cosa più importante rimane... la recita dei bimbi a scuola!!!
Caaari, che belli! Un'emozione che faccio fatica a descrivere... un misto tra orgoglio, tenerezza, affetto... è come se, sopra quel palco, ci fosse il mio bimbo! Vederli in lacrime, prima di salire sul palco, perché pieni di paura di sbagliare, e poi vederli salire su e salutare la mamma, il papà... vederli orgogliosi, lì, davanti a tutti a cantare; vederli sbagliare, vederli sorridere stringendo forte, nei pugni, la veste azzurra perché non ricordavano più la loro battuta... tutti rossi e vergognosi, ma con quel sorriso che ti rapisce il cuore!
Sono splendidi! Che ci vuoi fare? Bimbi... semplicemente bambini! Semplicemente e meravigliosamente bambini!!
Grazie!!!

foto: Ann Geddes


sabato 15 dicembre 2007

Where the tree tops glisten...

Non vi dico la sorpresa di aprire il balcone e trovarsi davanti... la neve!
Una piccola traccia, giusto una spolveratina... che emozione! E' difficile da spiegare, perché è quell'emozione che ti illumina gli occhi... con la neve, arriva qualcosa... a me ha regalato un sorriso, di quelli che partono dal cuore, ma toccano lo stomaco e arrivano fino alla punta dei piedi... ce l'avete presente?

Ecco, starei appoggiata al balcone, lì, per ore!
... a sognare!

I'm dreaming of a white Christmas
just like the ones I used to know
where the tree tops glisten and children listen
to hear sleigh bells in the snow

May your days be merry and bright
and may all your Christmases be white

Mo mhíle grá, a tutti voi!

venerdì 14 dicembre 2007

I DO believe in miracles!

Ah.. questo video è qualcosa di eeeeeccezionale!!!!
Mi viene da chiedere... Do you believe in miracles? ;)


Un bacio a tutti

giovedì 13 dicembre 2007

Evviva l'Italia! ahhhhhhhh

Giornata specialissima oggi!!

Intanto è il compleanno della mia sorellina! Quindi, TANTI AUGURI, FEDE!!!

E poi… e poi c’è il sole!!! Finalmente, dopo giorni di nebbia, è tornata la luce! E con la luce, torna sempre anche il buonumore! Nonostante, dopo una mezza influenza intestinale, ora mi abbia anche attaccato un bastardissimo raffreddore (che petoeta… e go tutte come i pestarei!!), STO BENE!! Il sole mi dà energia e mi fa dimenticare tutto!

E così, eccomi qui, a divertirmi e a far divertire un po’ anche voi! Il tema di oggi è: “STEREOTYPE”!! Qualcuno se la riderà perché qualche tempo fa (qualche ANNO fa, in realtà!) ne abbiamo parlato con la mittttica Bridget… ma… questa volta non c’è storia!

Beccatevi questo video di Bozzetto (un mito!! Un po’ alla volta ve ne mostrerò altri, perché son davvero straordinari!) sulle differenze tra Italia ed Europa! E devo ammetterlo, è tutto vero!!!! Che ridere!!!

Ma già vi dico che sto cercando la chicca delle chicche... un giorno ne parlerò, di questi francesi!!! :D
Intanto vi lascio con quello! Buone risate a tutti! (anche se... non sempre verrebbe tanto da ridere a vedere come siamo messi!!)

Bless you!



giovedì 6 dicembre 2007

"Nella valle di Elah"

Parliamo di cinema…

Dopo tanto tempo, finalmente torno al cinema! L'ultimo? Ratatouille. Per carità, pure quello è bello però rimane pur sempre un cartone! (Anche se, lo ammetto, qualche tratto l'ho perso perché mi sono addormentata!!;p ... quindi... ho già detto tutto!!)
Anyway... c’era la voglia di qualcosa di più e ci siamo affidati a questo titolo misterioso… “Nella valle di Elah”… Elah… mah… Che poi, misterioso probabilmente solo per noi, perché in realtà abbiamo scoperto essere vicenda molto nota della Bibbia!! ;p Comunque… il titolo ci prendeva, la trama pure e… ci siamo buttati!

Il film ci ha catturati da subito! L’intreccio è intrigante e allo stesso tempo sconvolgente: ti fa arrabbiare, ti fa piangere (io, ovviamente!! ;) ), ti fa schifare di fronte a cose che non crederesti mai, ancora, possibili. Ma vorrei uscire dalle recensioni più o meno classiche e tirar fuori un po’ quello che ha lasciato a me…

Ci sono molte storie adesso, di guerra, dell’Iraq, di soldati… diciamo che è un’onda da cavalcare, un sentimento comune, un disgusto condiviso. Ma qui si fa un passo in più. Certo, la guerra c’è, eccome! Ma si va oltre tutti quei discorsi sentiti e risentiti, oltre le frasi fatte e le scene già viste… non si tira in mezzo il presidente, non si demonizza la guerra di per sé, non si fanno discorsi pacifisti ed utopici, ma si scava fino ad arrivare nelle più intime emozioni… i personaggi diventiamo noi: per la prima volta uno si sente quel sergente in pensione, che per tutta la vita ha creduto ad un ideale (giusto o sbagliato, ora, qui, non ci interessa!) ed ora si sente senza più certezze, senza più identità… denudato… Ci sentiamo per un attimo quel soldato, giovane e pauroso, che si fa scudo della forza, ma che si sente crollare dentro e che chiede aiuto. Attraverso le loro vite, viviamo anche noi… ci sentiamo colpevoli, stupidi, stanchi di queste brutalità… soli… perché nonostante siamo seduti su quella sedia, davanti ad uno schermo, ora ci sentiamo improvvisamente… indifesi! Inizi a farti delle domande, ti piacerebbe essere lontano da tutto questo, ma non è così: lì non si parla di una guerra lontana, non si parla di storie diverse… sentiamo che si parla anche di noi!


Per chi l’ha visto, voglio condividere qualche scena:

Charlize Theron che tiene tra le mani il corpo di quella ragazza… chi non si è sentito un po’ morire? quante volte l’orgoglio vince sul cuore? … “se avessi ascoltato ciò che pensavo veramente io… senza lasciarmi influenzare…” e poi sentirsi piccoli-piccoli… inutili… per non aver capito, anzi, per non aver ascoltato!

Il racconto di Tommy Lee Jones al bimbo… Davide e Golia… per me è stato un risveglio improvviso… Il destino a volte riserva sempre strane sorprese. Noi ne avevamo parlato da poco di quei 5 sassi ed ora, ritrovarli lì, riviverne il significato, è stato emozionante! Come quando riascolti una vecchia fiaba, una di quelle che ti teneva compagnia quand’eri piccolo piccolo e che ora, dopo così tanto tempo, ti risveglia ancora quelle stesse sensazioni… ti vedi dentro al lettino, senti sopra di te il profumo della coperta di lana e vedi, sotto la luce soffusa dell’abat-jour, la mamma seduta accanto… lei parla, racconta… fiabe, storie, domande… Quanto è vera quella storia?! Quante volte, piccoli Davide, non riusciamo a prendere in mano quei sassi ed abbattere Golia? Quante porte lasciate appena appena aperte, per paura di chiuderci dentro, per paura di rimanere soli, al buio, per non aver abbastanza coraggio per scegliere e cambiare.

La telefonata a casa… quando non ci capisci più niente, quando ti senti troppo piccolo in un mondo troppo grande da affrontare e così decidi di chiamare le persone che più ti vogliono bene, come quasi a discolparti… e invece di affrontare a testa alta, ti chiudi in quel finto coraggio per dimostrare agli altri (ma forse, più a te!) che in realtà non hai bisogno di nessuno… ce la puoi fare!

E poi, il finale… quella bandiera… quel gesto vale più di mille sceneggiature e di mille telegiornali… diamoci una mano e ascoltiamoci di più! Credo sia il più grande inno al pacifismo! Più di altre bandiere appese ai muri, più di tanti discorsi… “Aiuto”…

lunedì 3 dicembre 2007

News

Mentre per la radio imperversano Fabio e Fiamma (pesAAAAAAAANTI!!), io ne approfitto per bloccare per un istante lo studio e aggiornare un po' i miei lavori...

Ecco le news:
- la chicca del giorno - IRISH PROVERB: cliccando su quell'orrenda figura verrà fuori un bel proverbio (Irish ovviamente!!)
- Notebook: quel nuovo "blog" con tutti i piccoli e grandi pensieri che mi hanno accompagnato e che continuano a tenermi compagnia
- Questione di sguardi: le mie foto pubbliche su Google Picasa
- Slideshow: una serie di foto, scelte tra alcune del mio web album di Picasa
- Crystal Ball: la palla magica che legge il futuro... una vera chicca!!!

E tutte queste news... perché?!?!

Semplicemente perché questo blog diventa sempre più mio... e queste sono le cose che più in questo periodo mi piacciono!

Bless you!

mercoledì 28 novembre 2007

Semplicemente... frames

Tutto è cominciato ieri, mentre ero alla disperata ricerca di una frase di una poesia di William Butler Yeats... il libro l'avevo prestato (tra l'altro, a chi?!?!?mah...), gli appunti delle superiori... beh, questo è decisamente chiedere troppo al mio "ordine"!! ;) non mi restava altra possibilità che guardare in "Non ce n'è per nessuno"... un quadernetto che raccoglie frasi, frammenti di testo, strofe di poesie e canzoni... pensieri... frasi dette da altri, cose lette nelle pubblicità... insomma, di tutto!
Quello... l'ho trovato! Devo ammetterlo, dopo un po', ma l'ho trovato! ;) Ma, sorpresa delle sorprese: non avevo riportato la frase di Yeats!! "Come al solito!", ho subito pensato, con un po' di nervosismo.

E' sempre così, quando leggi un libro, riporti le cose che ti son piaciute di più... poi riprendi in mano il tuo lavoro dopo un po' di tempo e... alcune di quelle frasi non ti dicono più niente!!! Oppure... pensi... "ma perché diavolo quella volta non ho scritto quel pezzo che parlava di...?!" E' solo che, forse, allora più che una sinfonia di piccole note, ti pareva solo un discorso, fatto di tante parole ed ora... beh, ora sì, che suonano armoniose quelle piccole note...
Succede sempre così: ogni volta che rileggi un libro, che riascolti una canzone, c'è una nuova frase, una parola che ti era sfuggita, o che ora, in questo preciso momento, ti regala una sensazione diversa, ti fa scoprire qualcosa che non avevi colto. Non c'è niente da fare, oggi c'ha un profumo diverso! oggi la senti la musica!
E allora, tornando al mio discorso... ho faticato un po', ma alla fine ho recuperato quella frase... ed ho pensato: "perché non riportare tutto questo anche in file?" Creare una pagina tutta per me (e per chi ha voglia di, con me, condividere, ovvio!!), da poter leggere sempre, ovunque vado... all'università, in vacanza, lontana da casa... ovunque sono...

Certo, il quaderno è più bello... e tra l'altro, questa è stata l'occasione per riprenderlo in mano e ho provato un'immensa emozione a rileggere alcune parole, a vedere la mia scrittura... quant'è cambiata negli anni! Quanto sono cambiate le frasi scelte, col tempo! Qualche pagina si sta togliendo, qualcuna è talmente rovinata che nemmeno riesco più a leggere tutto. Ma tutto questo è il bello... il rumore delle pagine sotto alle dita, il fruscio dei fogli, l'ombra dell'inchiostro che appena si intravvede, il riflesso della luce sulla carta, le sbavature del colore...

Vabbè, il quaderno è più bello, d'accordo... ma questa alla fine è un'altra cosa!
Il quaderno resterà, per lasciar alla scrittura quel sapore diverso, che solo una penna e un foglio possono dare!
Ma ci sarà qualcosa in più, con un altro significato, un altro scopo, un'altra sensazione... qui: http://globetrotter-frames.blogspot.com/ dove, frame dopo frame, tutte le parole, le frasi e le emozioni ad esse legate, ricostruiranno un bel pezzo di film...

fotogramma dopo fotogramma...

Molte son già lì, scritte... ma molte, moltissime, sono ancora nel mio quaderno, altre sono nella testa, altre ancora aspettano solo di essere scoperte, o rilette, rivissute, riassaporate... sarà un piccolo lavoro quotidiano... aggiungere, modificare, tagliare, allungare...

semplicemente... frames!

lunedì 26 novembre 2007

Dalla pioggia all'arcobaleno

Nessuno potrebbe mai immaginare la mia faccia alla frase: "Maestra, lo sai che ho portato i fiori per teeee?"

No, no, inutile ridere... Io avevo la lacrimuccia, lì, pronta per uscire!

Caaaaro!... Mi sono sciolta in un istante!

Un bimbo di 5 anni appena, è riuscito a trasformare la pioggia in arcobaleno, a farmi diventare rossa come un peperone (un bimbo di 5 anni!!!e dico 5!!!) e a farmi sentire grande come il mondo intero!

Che beo!!! ;)

domenica 25 novembre 2007

Condividere

C'è chi hai sempre avuto davanti agli occhi, c'è chi è sempre stato lì, al tuo fianco... c'è chi conosci da una vita o chi non riconosci più da una vita.
Ma c'è anche chi arriva, in silenzio, bussa...
...tu apri, giusto un po', quel poco che ti permetta di dare una sbirciata...
ma poi la curiosità cresce e c'è qualcosa che ti chiama ad aprire di più e chiacchierare, e raccontare e... condividere.
E così, tutto d'un tratto, da quella piccola sfesa, ti si è aperto un mondo che mai avresti immaginato! Come se a vent'anni, avessi conosciuto un altro fratello, lontano per così tanto tempo, ma in fondo, così vicino...
L'avresti mai immaginato?
... Io no...

Grazie... ;)

giovedì 22 novembre 2007

Buon compleanno, Aldo

Per ogni stella che s'è accesa in cielo,
per ogni volta che ti penserò,
per ogni strada grande che non porta in nessun posto,
per quello che ho imparato ma non so...

per un amico che non è un amico,
per ogni Santo che ringrazierò,
per ogni stato d'animo che non mi fa dormire,
per quello che stanotte sognerò,
per tutto il mare che c'abbiamo intorno,
per tutte le montagne e le città,
per tutta l'emozione fino al giorno che m'hai detto vado via...

per la mia vita adesso e quello che farò da grande,
per tutti i treni persi e le occasioni,
per tutti gli anni che pensavo a te.

per l'amore che viene e che va,
per le cose lasciate a metà,
per la vita che a volte non è... come quella sognata.

(tratto liberamente da "La vita sognata" - A.Britti)

... Buon compleanno ad Aldo! ... perché da qualche parte, sicuramente, lui saprà sentire! ;)


martedì 20 novembre 2007

..rest..

mercoledì 14 novembre 2007

Cambiare

"Niente come tornare in un luogo rimasto immutato ci fa scoprire quanto siamo cambiati" (N. Mandela)

Cambiare... rendere diverso qualcuno o qualcosa. SIN: trasformare, modificare
Immutabile... qualcosa che per propria natura non è soggetto a mutamenti

Che sia forse che ciò che ci circonda cambia perché cambiamo noi? O, meglio ancora: è forse il nostro cambiamento che ci fa vedere quelle stesse cose, con occhi diversi? che ci dà sensazioni diverse?

Ho sempre pensato che il mondo e le sue relazioni fossero dovute ad un inter-scambio... ma ora penso che ognuno, con il suo essere ed il suo porsi, veda e modifichi ciò che lo circonda.

Il mare, per esempio, è sempre blu, ha sempre le stesse sfumature, lo stesso profumo.
Ma ci sono giorni in cui lo vedi più scuro... che sia perché ne hai più paura?

Gli amici... sono sempre gli stessi vecchi amici di sempre! Ognuno con le sue fissazioni, ognuno con i suoi tempi, le sue frasi celebri, i suoi comportamenti caratteristici...
Eppure a volte ti sembra di non conoscerli più... che sia perché li vorresti diversi? O che sia, più semplicemente, perché sei tu stesso diverso?

Strani scherzi dei sensi...

O che sia perché stiamo attenti a ciò che facciamo, a chi siamo, solo nelle occasioni particolari? E poi, nella quotidianità, ce ne dimentichiamo e ci lasciamo scorrere e trascinare insieme al fluire degli altri e allo scorrere delle ore?

"Oh, Mrs. Dalloway... always giving parties to cover the silence." (da "The Hours")

...

lunedì 12 novembre 2007

Sfumature di vita

Una scoperta meravigliosa, stasera...

condividere qualcosa di profondo, qualcosa che va oltre un blog, che va oltre le parole e le apparenze...

sentire di percorrere strade diverse, pur vivendole insieme...

...il mio inboccaallupo va a te, per il coraggio e per la passione!

Come sempre...

Maith thú!

mercoledì 7 novembre 2007

...diventare testimoni...



Sconvolgente ... Intimo ... Profondo ...

Non ci sono altre parole per descrivere esperienze di questo genere!

Da tempo cercavo qualcosa di diverso, ma non sapevo nemmeno io cosa...
Da tempo mi volevo diversa ma non sapevo come cambiarmi...
Da tempo mi cercavo in profondità, ma non riuscivo a trovarmi...

Questa esperienza mi ha regalato la magia della scoperta, mi ha fatto assapporare il gusto della sfida e soprattutto mi ha donato serenità!

Diventare testimoni... essere ciò che si è:
riconoscere ed accettare ciò che si è stati, saper cogliere ciò che siamo diventati e avere il coraggio di sognare quel che saremo!

Bless you!

martedì 23 ottobre 2007

Tá grá agam duit


Quando la strada si nasconde tra le colline...
Quando il sole si addormenta troppo presto...
Quando il sorriso si accompagna alla malinconia...
Quando l'aria penetra pungente nel collo...
Quando la nebbia confonde lo sguardo all'orizzonte...
Quando il silenzio pesa sulle spalle e sulle gambe...


è proprio allora che si nota la rugiada sui fiori,
si sente il profumo della pioggia
si assapora l'aroma della notte...

è proprio allora che si è riusciti a rubare l'anima alla vita!

Un abbraccio ad Aldo... Tá grá agam duit!

venerdì 5 ottobre 2007

La grandezza delle piccole cose...

Importate non è ciò che facciamo, ma quanto amore mettiamo in ciò che facciamo; bisogna fare piccole cose con grande amore.

Madre Teresa di Calcutta


martedì 2 ottobre 2007

E la strada si apre...

E così siamo arrivati alla fine... e dopo aver superato un traguardo, quella che la strada ci mette davanti, è una nuova partenza... d'altronde non si arriva se non per ripartire! ;)

E' arrivato il momento di chiudere uno zaino pieno zeppo di emozioni, avventure, esperienze vissute insieme e ripartire, pronti per assaporare ed accogliere tutto quello che la vita non aspetta altro che regalarci!

E' d'obbligo il mio grazie a chi ha condiviso questa lunga strada insieme a me... a chi ha camminato e portato lo zaino al mio fianco, ma anche a chi ha visto attraverso i miei occhi e ascoltato attraverso le mie orecchie... perché, anche se non c'era fisicamente, era lì, nel cuore!

E adesso eccomi qui, pronta a giocare il gioco! ... La giungla è grande e il cucciolo è piccolo...

Buona strada! A me... e a tutti quelli che stanno arrivando e a quelli che si preparano a ripartire!

Bless you!

venerdì 21 settembre 2007

Se non avessimo limiti... non potremmo superarli!

Beannacht Dé leat!

lunedì 9 luglio 2007

NOVECENTO - Alessandro Baricco

Preparando il campo per i ragazzi qualcosa mi è tornato alla mente...

"Non è quel che vidi che mi fermò/
E' quel che non vidi/
Puoi capirlo, fratello?, é quel che non vidi... lo cercai ma non c'era, in tutta quella sterminata città c'era tutto tranne/
C'era tutto/
Ma non c'era una fine. Quel che non vidi è dove finiva tutto quello. La fine del mondo/

[...]

Io, che non ero stato capace di scendere da questa nave, per salvarmi sono sceso dalla mia vita. Gradino dopo gradino. E ogni gradino era un desiderio. Per ogni passo, un desiderio a cui dicevo addio."

Per chi l'ha letto, e per chi l'ha vissuto...

Bless you!

VA' DOVE TI PORTA IL CUORE

E' passato quasi un mese dall'ultimo post.. da allora mi son dedicata completamente all'università, e, per scrivere, proprio non ho avuto tempo!
Nel frattempo però le idee hanno continuato a girovagare: ho letto libri, ascoltato musica e visto nuovi film..

Va' dove ti porta il cuore - Susanna Tamaro
Questo è il libro che da tempo aspettavo di leggere.. fa parte di quelli che uno mette sullo scaffale, perché, alla prima occasione buona, sia il primo da tirar fuori. Poi passano i giorni, il tempo per leggere è sempre poco e, accanto a lui, prendono posto altri libri, tutti degni di nota, quelli che magari ti hanno colpito per una frase, quelli che qualcuno ti ha segnalato, quelli di cui hai letto la recensione e te ne sei innamorato.. insomma, quel povero libro torna ad essere "uno dei tanti"!
E così passano i giorni, i mesi e, in questo caso, anche gli anni...

Ma l'occasione buona è arrivata! Un giorno, alla ricerca di un buon libro, ho visto questo ed ho deciso di seguire quell'istinto, quello di sempre insomma.. quel "va' dove ti porta il cuore" non poteva essere ignorato!
L'ho letto d'un fiato: 165 pagine che scorrono veloci, un unico lungo testamento di grande sensibilità, di una bellezza quotidiana e di una profondità singolare. Piccole e semplici metafore, la vita di tutti i giorni usata per parlare di esperienze dolorose e di ricordi emozionanti; il tentativo commovente di salutare qualcuno e di liberarsi di quel peso sul cuore quando si ha la sensazione di non aver fatto abbastanza, quando ci si sente sbagliati e colpevoli.
L'ho trovato splendido da questo punto di vista!
La cosa più straordinaria è che nei momenti più frizzanti, quelli in cui ti vien voglia di sorridere, ti accorgi di sentire l'amaro in bocca, una sensazione triste accompagnata dalla piacevolezza dell'immagine che ha creato dentro di te.

Ci sono passaggi che mi sono rimasti impressi, soprattutto perché, sempre, ho sentito un'affinità tra quello che c'era scritto e quello che avevo vissuto personalemente.. e ogni volta mi ripetevo: "Quanto è vero tutto questo!"
«Ciò che dovevi dire alla persona cara resta per sempre dentro di te; lei sta là, sotto terra, e non puoi più guardarla negli occhi, abbracciarla, dirle quello che non le avevi ancora detto. [...] Per avere a lungo vissuto e aver lasciato dietro di me tante persone, so ormai che i morti pesano non tanto per l'assenza, quanto per ciò che - tra loro e noi - non è stato detto»
Quanto è vero questo?
Quante volte capita?
Troppo tardi per dire quello che si avrebbe sempre desiderato dire... troppo tardi per l'ultimo saluto, troppo tardi per un "Grazie", troppo tardi per dire che gli si è voluto bene davvero..
Il tempo passa, alcune ferite le guarisce.. ma quel rimorso pesa sempre.

«Il Caso. Una volta il marito della signora Morpurgo mi ha detto che in ebraico questa parola non esiste. Per indicare qualcosa di relativo alla casualità sono costretti a usare la parola azzardo che è araba. È buffo, non ti pare? È buffo ma anche rassicurante: dove c'è Dio non c'è posto per il caso, neppure per l'umile vocabolo che lo rappresenta. Tutto è ordinato, regolato dall'alto, ogni cosa che ti accade, ti accade perché ha un senso. Ho sempre provato una grande invidia per quelli che abbracciano questa visione del mondo senza esitazioni, per la loro scelta di levità. Per quel che mi riguarda con tutta la buona volontà non sono mai riuscita a farla mia per più di due giorni consecutivi: davanti all'orrore, davanti all'ingiustizia ho sempre indietreggiato, invece di giustificarli con gratitudine mi è sempre nato dentro un gran senso di rivolta.»
«Per vedere il destino in tutta la sua realtà devi lasciar passare ancora un po' di anni. Verso i sessanta, quando la strada alle tue spalle è più lunga di quella che hai davanti, vedi una cosa che non avevi mai visto prima: la via che hai percorso non era dritta ma piena di bivi, ad ogni passo c'era una freccia che indicava una direzione diversa; da lì si dipartiva un viottolo, da là una stradina erbosa che si perdeva nei boschi. Qualcuna di queste deviazioni l'hai imboccata senza accorgertene, qualcun'altra non l'avevi neanche vista; quelle che hai trascurato non sai dove ti avrebbero condotto, se in un posto migliore o peggiore; non lo sai ma ugualmente provi rimpianto. Potevi fare una cosa e non l'hai fatta, sei tornata indietro invece di andare avanti. Il gioco dell'oca, te lo ricordi? La vita procede pressappoco allo stesso modo.
Lungo i bivi della tua strada incontri le altre vite, conoscerle o non conoscerle, viverle a fondo o lasciarle perdere dipende soltanto da dalla che fai in un attimo; anche se non lo sai, tra proseguire dritto o deviare spesso si gioca la tua esistenza, quella di chi ti sta vicino.»
«Viste dall'esterno molte vite sembrano sbagliate, irrazionali, pazze. Finché si sta fuori è facile fraintendere le persone, i loro rapporti. Soltanto da dentro, soltanto camminando tre lune con i loro mocassini si possono comprendere le motivazioni, i sentimenti, ciò che fa agire una persona in un modo piuttosto che in un altro. La comprensione nasce dall'umiltà non dall'orgoglio del sapere. Chissà se infilerai le mie pantofole dopo aver letto questa storia? Spero di sì, spero che ciabatterai a lungo da una stanza all'altra, che farai più volte il giro del giardino, dal noce al ciliegio, dal ciliegio alla rosa, dalla rosa a quegli antipatici pini neri in fondo al prato. Lo spero, non per elemosinare la tua pietà, né per avere un'assoluzione postuma, ma perché è necessario per te, per il tuo futuro. Capire da dove si viene, cosa c'è stato dietro di noi è il primo passo per poter andare avanti senza menzogne. Questa lettera avrei dovuto scriverla a tua madre, invece l'ho scritta a te. Se non l'avessi scritta per niente allora sì che la mia esistenza sarebbe stata davvero un fallimento. Fare errori è naturale, andarsene senza averli compresi vanifica il senso di una vita. Le cose che ci accadono non sono mai fini a se stesse, gratuite, ogni incontro, ogni piccolo evento racchiude in sé un significato, la comprensione di se stessi nasce dalla disponibilità ad accoglierli, dalla capacità in qualsiasi mo mento di cambiare direzione, lasciare la pelle vecchia come le lucertole al cambio di stagione. [...]
Capisci? Trovare scappatoie quando non si vuol guardare dentro se stessi è la cosa più facile al mondo. Una colpa eterna esiste sempre, è necessario avere molto coraggio per accettare la colpa - o meglio, la responsabilità - appartiene a noi soltanto. Eppure, te l'ho detto, questo è l'unico modo per andare avanti. Se la vita è un percorso, è un percorso che si svolge sempre in salita.»

Vivere...
«Per essere forti bisogna amare se stessi; per amare se stessi bisogna conoscersi in profondità, sapere tutto di sé, anche le cose più nascoste, le più difficili da accettare. Come si fa a compiere un processo del genere mentre la vita con il suo rumore ti trascina avanti? Lo può fare fin dall'inizio soltanto chi è toccato da doti straordinarie. Ai comuni mortali, alle persone come me, come tua madre, non resta altro che il destino dei rami e delle bottiglie di plastica. Qualcuno - o il vento - a un tratto ti butta nel corso di un fiume, grazie alla materia di cui sei fatto invece di andare a fondo galleggi; già questo ti sembra una vittoria e così, subito, cominci a correre; scivoli svelto nella direzione in cui ti porta la corrente; ogni tanto, per un nodo di radici o qualche sasso, sei costretto a una sosta; stai lì per un po' sbatacchiato dall'acqua poi l'acqua sale e ti liberi, vai ancora avanti; quando il corso è tranquillo stai sopra, quando ci sono le rapide vieni sommerso; non sai dove stai andando né mai te lo sei chiesto; nei tratti! più quieti hai modo di vedere il paesaggio, gli argini, i cespugli; più che i dettagli, vedi le forme, il tipo di colore, vai troppo svelto per vedere altro; poi con il tempo e i chilometri, gli argini si abbassano, il fiume si allarga, ha ancora i bordi ma per poco. «Dove sto andando?» ti domandi allora e in quell'istante davanti a te si apre il mare.
Gran parte della mia vita è stata così. Più che nuotare ho annaspato. Con gesti in sicuri e confusi, senza eleganza né gioia, sono riuscita soltanto a tenermi a galla. [...]
Ti ricordi quando ti insegnavo a cucinare le crepes? Quando le fai saltare in aria, ti dicevo, devi pensare a tutto tranne al fatto che devono ricadere dritte nella padella. Se ti concentri sul volo puoi stare certa che cadranno accartocciate, oppure si spiaccicheranno diretta- mente sul fornello. È buffo, ma è proprio la distrazione che fa giungere al centro delle cose, al centro del loro cuore.»
Lasciarsi la libertà...
«Ilaria, mi dicevo, somiglia ad un contadino che, dopo aver piantato l'orto e aver visto sbucare le prime piantine, viene preso dal timore che qualcosa possa nuocere loro. Allora, per proteggerle dalle intemperie, compra un bel telo di plastica resistente all'acqua e al vento e glielo sistema sopra; per tenere lontani gli afidi e le larve, le irrora con abbondanti dosi di insetticida.
E' un lavoro senza pause il suo, non c'è momento della notte e del giorno in cui non pensi all'orto e al modo di difenderlo. Poi una mattina, sollevando il telo, ha la brutta sorpresa di trovarle tutte marcite, morte. Se le avesse lasciate libere di crescere, alcune sarebbero morte lo stesso, ma altre sarebbero sopravvissute. Accanto a quelle da lui piantate, portate dal vento e dagli insetti ne sarebbero cresciute delle altre, alcune sarebbero state erbacce e le avrebbe strappate, ma altre, forse, sarebbero diventate dei fiori e con le loro tinte avrebbero rallegrato la monotonia dell'orto. Capisci? Così vanno le cose, ci vuole generosità nella vita: coltivare il proprio piccolo carattere senza vedere più niente di quello che sta intorno vuol dire respirare ancora ma essere morti.»

Va' dove ti porta il cuore!
«E adesso, pecorella, dove sei? Sei laggiù adesso mentre scrivo, tra i coyote e i cactus; quando starai leggendo con ogni probabilità sarai qui e le mie cose saranno già in soffitta. Le mie parole ti avranno portato in salvo? Non ho questa presunzione, forse soltanto ti avranno irritata, avranno confermato l'idea già pessima che avevi di me prima di partire. Forse potrai capirmi soltanto quando sarai più grande, potrai capirmi se avrai compiuto quel percorso misterioso che dall'intransigenza conduce alla pietà.
Pietà, bada bene, non pena. Se proverai pena, scenderò come quegli spiritelli malefici e ti farò un mucchio di dispetti: Farò la stessa cosa se, invece di umile, sarai modesta, se ti ubriacherai di chiacchiere vuote invece di stare zitta. Esploderanno lampadine, i piatti voleranno giù dalle mensole, le mutande finiranno sul lampadario, dall'alba a notte fonda non ti lascerò in pace un solo istante.
Invece non è vero, non farò niente. Se da qualche parte sarò, se avrò modo di vederti, sarò soltanto triste come sono triste tutte le volte che vedo una vita buttata via, una vita in cui il cammino dell'amore non è riuscito a compiersi. Abbi cura di te. Ogni volta in cui, crescendo, avrai voglia di cambiare le cose sbagliate in cose giuste, ricordati che la prima rivoluzione da fare è quella dentro se stessi, la prima e la più importante. Lottare per un'idea senza avere un'idea di sé è una delle cose più pericolose che si possa fare.
Ogni volta che ti sentirai smarrita, confusa, pensa agli alberi, ricordati del loro modo di crescere. Ricordati che un albero con molta chioma e poche radici viene sradicato al primo colpo di vento, mentre in un albero con molte radici e poca chiòma la linfa scorre a stento. Radici e chioma: devono crescere in egual misura, devi stare nelle cose e starci sopra, solo così potrai offrire ombra e riparo, solo così alla stagione giusta potrai coprirti di fiori e di frutti.
E quando poi davanti a te si apriranno tante strade e non saprai quale prendere, non imboccarne una a caso, ma siediti e aspetta. Respira con la profondità fidu ciosa con cui hai respirato il giorno in cui sei venuta al mondo, senza far ti distrarre da nulla, aspetta e aspetta ancora. Stai ferma, in silenzio, e ascolta il tuo cuore.
Quando poi ti parla, alzati e va' dove lui ti porta.»




venerdì 11 maggio 2007

IL MONDO CHE VERRA'

Ecco che me lo sento, è arrivato il momento di scrivere ancora!
Anzi, dopo quasi un mese dall'inaugurazione, ora è come se questo blog lo sentissi finalmente mio. Dopo una prima, impulsiva, scelta di aprirne uno, una sola domanda si ripeteva infinite volte nella testa: Cosa scrivo?

Ecco, ora ho deciso!
Sarà uno spazio aperto ai libri, alla musica e ai film.. ultime scoperte e nuove riscoperte; e poi notizie, racconti, viaggi, esperienze.. tutto quello che potrò far confluire in "Going around.. the world and the mind"

Il titolo di questo primo, effettivo, blog non è casuale: rappresenta una serie di coincidenze che in quest'ultima settimana, una dopo l'altra, mi hanno fatto pensare a "Il mondo che verrà"..


Il mondo che verrà - il libro
Questo è il titolo dell'ultimo libro che ho letto, 345 pagine in 2 giorni! No, non è che fosse quel mondiale capolavoro che si divora in 2 giorni perché non si riesce a fermarsi, perché pagina dopo pagina scendi nell'abisso della storia e non sei più capace di risalire.. non è proprio per questo.
Comunque, meglio iniziare dal principio..
Tutto nasce un giorno, il 2 aprile, quando, vagabondando per Treviso alla disperata ricerca di farmi sistemare il mio cellulare, sono finita di fronte ad una libreria; e come sempre accade in questi casi, presa dalla curiosità, decido di entrare per vedere che c'è di nuovo. Saltellando con gli occhi qui e lì, cogliendo qualche particolare di copertina, qualche parola del titolo, qualche nome d'autore, capita sempre che finisco di fronte ad uno, uno solo, che più degli altri mi cattura l'attenzione. Molto spesso non c'entrano disegni, o autori famosi, o titoli strani... di solito succede sempre che tra tutti, non sai perché, ma uno è lì che ti chiama.
Questo ha una copertina particolare, sì, lo ammetto. E anche il titolo non è male.. ma, dopo un primo sguardo ho deciso in ogni caso di non ascoltare quel primo istinto e ho continuato a vagabondare.. alla fine, dopo una mezz'oretta, sono tornata lì! Ho dato una sbirciata all'inizio, ho letto la biografia dell'autrice (Dara Horn, americana, contemporanea) ed ho deciso di prenderlo!
Nei 2 giorni successivi, all'università è successo di tutto: attese interminabili ai ricevimenti dei prof e ritardi indescrivibili dei treni hanno fatto sì che mi divorassi questo romanzo in stile yiddish.

La storia mi aveva intrigata fin dall'inizio, anche se in alcune parti l'ho trovato un po' pesante, un po' lento.. in ogni caso, nei pochi momenti in cui non ce l'avevo tra le mani mi chiedevo cosa sarebbe successo a Ben, chi fosse veramente questa Erica, che fine avrebbe fatto Chagall..
Arrivata all'ultima riga, l'ho chiuso e, tenendolo un po' tra le mani, continuavo a cercare di codificare le emozioni che si dibattevano dentro. Con mia grande sorpresa, non riuscivo a capire se mi era piaciuto tanto o se non l'avessi proprio digerito.. strano eh? Un libro o piace o non piace, le vie di mezzo non mi hanno mai entusiasmata troppo. Sono rimasta con questa strana sensazione per molti giorni, non riuscendo a decidere.. alle domande degli altri rispondevo vaga "Sì, beh, è bello.. anche se forse manca qualcosa, però è intrigante! .. Sì, forse a volte si perde un po' .. Non so.. " Odio queste risposte! Perché solitamente quando qualcuno fa così il vago, penso che il libro in realtà sia un cesso!
Beh, ora, dopo 2 settimane posso dire che questo libro mi è piaciuto! Forse semplicemente l'ho letto troppo in fretta..
Succede come quando hai tanta fame: al trovarti di fronte qualcosa da sgranocchiare, te lo ingoi d'un fiato, convinto di poter soddisfare quel tuo bisogno impellente. E invece poi, appena l'hai finito, rimani un po' deluso, te lo aspettavi più buono, più caldo, più grande e soprattutto, hai sempre ancora un sacco di fame! Al contrario, se uno sa godersi ogni piccolo bocconcino, arriva allla fine che se l'è gustato tutto, ne ha sentito ogni piccolo particolare ed ora riconosce che quel suo desiderio (perché non si trattava di un bisogno, era semplicemente un desiderio) è stato esaudito.
E forse così è capitato anche a me. Per arrivare alla fine, per non mollare un secondo, sono corsa via con gli occhi, perdendomi quella bella sensazione di farsi catturare dall'atmosfera, di sfidare le parole, di scavare a fondo e penetrare la superficie..
In ogni caso, ora lo posso dire: il libro mi è piaciuto!


Il mondo che verrà - la musica

Quella serie di coincidenze di cui parlavo prima, era solo all'inizio!
Sabato 5 maggio, con mia grande sorpresa, ad un mese esatto dal mio compleanno, è arrivato un altro, inaspettato (ma molto desiderato) regalo: l'ultimo cd di Dolores O'Riordan "Are you listening?".
Dopo quasi 4 anni di silenzio, questo disco da solita sarebbe stato l'inizio di un nuovo corso, diciamo ancora che sarebbe stato la prima alba de il mondo che verrà!

L'ho ascoltato d'un fiato, prima di addormentarmi, e mi son fatta cullare dalle note, dalla sua inconfondibile voce, ma soprattutto dalle parole!
Il primo ascolto per me è un vero e proprio rito: nessun testo fra le mani, ma solo l'abbandono totale alla musica! C'è sempre qualcosa, una frase, un passaggio che ti resta in mente.. molte parole sfuggono, molte passano via, ma alcune ti restano impresse nella mente, come As a new day dawns, the darkness moves away and I will wait for you.. eccolo il passaggio che nella mia testa si è trasformato nel mondo che verrà, una cosa piccola piccola, una sensazione, un'emozione direi, difficile da spiegare e spiegarsi..
Inutile dire, in ogni caso, che il cd è davvero molto bello.. un bel ritorno alle origini per un nuovo inizio!

E qui mi è d'obbligo dire anche... Grazie Fede! e lei sa perché! ;)


Il mondo che verrà - le notizie

9 maggio - Corriere della Sera - In Ulster è pace tra protestanti e cattolici

E' questo il titolone a pagina 17, accompagnato dalla foto di due dei personaggi chiave di questo mondo che verrà: Ian Paisley e Martin McGuinness.
Un nuovo governo in Irlanda del Nord ha fatto sì che anche qui si potesse parlare di un nuovo inizio! Dopo secoli di lotte, innumerevoli vittime (dall'una e dall'altra parte), radicati pregiudizi e rabbiose vendette, qualcosa è cambiato!

Tutto è cominciato un po' di tempo fa, nel 1998, quando un nuovo corso di storia irlandese si poteva intravedere, anzi, forse ancora solo immaginare! Da allora sono stati fatti passi avanti, nuovi accordi, nuove promesse, nuove vendette accompagnate da vecchie rivendicazioni.. cambiavano le firme, cambiavano i protagonisti, ma i problemi rimanevano gli stessi: insofferenze, intolleranze, insicurezze.
Ma io ci ho sempre creduto! Ho sempre saputo che un giorno, tutto questo sarebbe finito!
Certo, le cose non si possono considerare risolte ora! Non basta un governo di coalizione per sistemare la questione irlandese, non sono sufficienti le promesse se non sono seguite dai fatti.. ma ogni lunga marcia comincia sempre con un piccolo passo, diceva Mao. Cattolici e protestanti vivono ancora lontani, divisi; molti sono ancora arrabbiati, le ferite sono ancora troppo fresche per poterle non sentire più bruciare, ma è sempre così che si continua, con un altro, piccolo ma significativo, passo!

Go n-éirí leat!


Il mondo che verrà - l'università
Ed ecco l'ultimo, piccolo tassello.. la mia tesi!

Edna O'Brien, scrittrice contemporanea irlandese, sarà la protagonista del mio piccolo mondo che verrà.. e anche se è ancora troppo presto per dire altro, posso per ora dire che mi sto preparando e che qualcosa accadrà!


Un grazie alla mia Fe' e un grazie al destino, che ha voluto regalarmi altre 2 piccole ma splendide sorprese.. vedremo cosa ne verrà fuori.


Beannacht Dé leat!

venerdì 13 aprile 2007

Starting

Non so ancora bene il perché.. comunque oggi ho deciso di fare quello che da tanto tempo mi girava per la testa: aprire un blog! Per chi?! Beh, per me prima di tutto.. é una cosa interessante, una pagina per raccontare, chiacchierare, far diventare storia piccoli pensieri ed emozioni.

Ancora non ho capito bene come funzioni tutto questo ma non credo avrò bisogno di imparare troppe cose.. userò il minimo indispensabile! ;)

Beh, ora che ho aperto le danze, mi ributto sulle mille cose che ancora mi restano da fare in questa splendida giornata di sole!

Bless you!

I have a dream...

Oggi, per dare vita a questo blog, voglio cominciare così... diamo voce a Martin Luther King:


E perciò, amici miei, vi dico che, anche se dovrete affrontare le asperità di oggi e di domani, io ho sempre davanti a me un sogno. E’ un sogno profondamente radicato nel sogno americano, che un giorno questa nazione si leverà in piedi e vivrà fino in fondo il senso delle sue convinzioni: noi riteniamo ovvia questa verità, che tutti gli uomini sono creati uguali. Ho un sogno, che un giorno sulle rosse colline della Georgia i figli di coloro che un tempo furono schiavi e i figli di coloro che un tempo possedettero schiavi, sapranno sedere insieme al tavolo della fratellanza. Ho un sogno, che un giorno perfino lo stato del Mississippi, uno stato colmo dell’arroganza dell’ingiustizia, colmo dell’arroganza dell’oppressione, si trasformerà in un’oasi di libertà e giustizia. Ho un sogno, che i miei quattro figli piccoli vivranno un giorno in una nazione nella quale non saranno giudicati per il colore della loro pelle, ma per le qualità del loro carattere. Ho davanti a me un sogno, oggi!. Ho un sogno, che un giorno ogni valle sarà esaltata, ogni collina e ogni montagna saranno umiliate, i luoghi scabri saranno fatti piani e i luoghi tortuosi raddrizzati e la gloria del Signore si mostrerà e tutti gli essere viventi, insieme, la vedranno. E’ questa la nostra speranza.

da "I have a dream" discorso del rev. Martin Luther King, 28 agosto 1963

 

blogger templates | Make Money Online