La maggior parte di noi si porta dentro, da sempre, un viaggio, che non è una semplice visita, ma un sogno. E va crescendo a poco a poco, costruendosi una delicata architettura. E’ un’amabile malinconia, che sviluppiamo con un complicato processo: senza voli aerei, senza tempo, senza soldi. Dalle palpebre verso dentro.

Un viaggio di questo tipo si alimenta di letture, cartoline illustrate, carte geografiche, ortografie, persone che arrivano con delle notizie, avventure vissute da altri e di cui uno si sente partecipe, nell’oscurità di una sala cinematografica o a casa, soli davanti al televisore.

Un pezzetto dopo l’altro prende forma il paesaggio che si riproduce una realtà che non si può toccare, ma forte come il vincolo che unisce il corteggiatore alla sua amante segreta. Credo sia una sorta di pellegrinaggio che ha a che vedere con il luogo a cui, per motivi misteriosi, sentiamo di voler appartenere

(da “Amor America” di M.Torres)

Perle di saggezza popolare (grazie a Venessia.com)

Io vado...

...nella mia nuova casa

domenica 31 agosto 2008

Vanno, vengono... a volte ritornano...

Finisce sempre così... lo ami e poi lo accantoni e lo riprendi... lo studi e ci pensi... e ti manca, ma poi ti stanca... ti sfinisce, ti atterra ma poi ti regala delle emozioni che non puoi raccontare... otto anni di dolori ed emozioni!
Ad un certo punto lo accantoni, in un angolo remoto della casa, dove nessuno possa più vederlo e che tu soprattutto non possa più sentirlo!


Un giorno qualcuno ti tradisce e ti chiede quello che mai avresti voluto sentire...

"Suonare io al tuo matrimonio?! Ma ti xe matta?!?! ... sono anni che non lo tocco più! ormai c'ho perso la mano... e poi non sono mai stata brava! guarda lascia stare!
Gabriel's oboe, poi... cioè tu stai proprio fuori! è difficile!"



E' passato quasi un anno da quel matrimonio e stamattina mi è venuta voglia di riprenderlo in mano...
Ci sono delle cose che non si dimenticano mai nella vita. Qualcuna riaffiora così, senza un motivo: stai cercando il gusto barocco in quel quadro di Vermeer e in un istante, ti ci ritrovi dentro, a quel quadro! Sarà l'insistenza di lui, o le pennellate decise sullo sguardo di lei; o la sua distrazione... non lo so.
So solo che mi son rivista a 8 anni, in quella sala piena di strumenti musicali... mi son rivista con gli occhi spalancati e il cuore in sussulto quando a suonare era un flauto... l'ho capito subito che quello sarebbe stato mio!

Non è stata la carriera di una grande flautista a fare la storia, né la passione sfrenata a segnarne la strada... solo l'emozione di quel suono, che ancora adesso, mi fa tremare il cuore!

sabato 30 agosto 2008

Libere (in)comprensioni

La notizia di questi giorni sulla donna a cui è stato negato l'ingresso ad un famoso museo veneziano a causa del velo che le copriva il volto, mi ha fatto riflettere...

Eh, l'articolo 5 della legge LEGGE 22 MAGGIO 1975, n. 152 parla chiaro:

ART.5.

È VIETATO PRENDERE PARTE A PUBBLICHE MANIFESTAZIONI, SVOLGENTISI IN LUOGO PUBBLICO O APERTO AL PUBBLICO,FACENDO USO DI CASCHI PROTETTIVI O CON IL VOLTO IN TUTTO O IN PARTE COPERTO MEDIANTE L'IMPIEGO DI QUALUNQUE MEZZO ATTO A RENDERE DIFFICOLTOSO IL RICONOSCIMENTO DELLA PERSONA.

IL CONTRAVVENTORE È PUNITO CON L'ARRESTO DA UNO A SEI MESI E CON L'AMMENDA DA LIRE CINQUANTAMILA A LIRE DUECENTOMILA.


Sentire poi, al telegiornale, che il guardiano sarebbe stato licenziato, mi ha fatto rabbrividire.. insomma, non sapevo che a rispettare la legge si corresse anche il rischio di essere licenziati! Al massimo, temevo ci si potesse impazzire!!

E se fosse successo qualcosa?! Allora a quel punto l'avrebbero licenziato. Sicuro! Perché non aveva rispettato la legge!
Mh... accidenti...

Ma vabbé, provo ad uscire dal discorso di "obbligo legale", e cerco di fare una riflessione "culturale".
Il niqab (questo tipo di velo che copre interamente il viso lasciando scoperti solo gli occhi), è previsto dalla sua religione, quindi lei ha tutto il diritto di indossarlo, è vero. Il buon costume prevede di girare con pantaloni e maglietta, ma in Congo probabilmente impareremmo che non servono i vestiti per essere persone "perbene"...

Nel momento in cui due diritti si scontrano però, qualcosa bisogna fare!
"..sono giunti a capire che il loro destino è legato col nostro destino, e sono giunti a capire che la loro libertà è inestricabilmente legata alla nostra libertà. [...] Non possiamo camminare da soli." (da " have a dream" di MLK)

Già! E se la mia libertà finisce dove inizia quella degli altri (sempre un debito di Martin Luther King), penso che prima di eliminare la recita di Natale nelle scuole per rispetto dei bambini musulmani e prima di negare l'entrata ad una donna col velo, basterebbe semplicemente fare un passo avanti... entrambi!

Non mi era venuta in mente l'idea di istituire una "Stanza del velo", ma devo dire che mi sembra un'ottima soluzione! Mi sembra un modo per aver rispetto per la cultura altrui e una tutela per la nostra legge.

L'appartenenza
non è lo sforzo di un civile stare insieme
non è il conforto di un normale voler bene
l'appartenenza è avere gli altri dentro di sé
("L'appartenenza" - Giorgio Gaber)

Non può essere uno sforzo da fare, né un finto perbenismo, né una comoda accusa!
Così sarebbe decisamente troppo semplice!

mercoledì 27 agosto 2008

Il tempo è un signore distratto, è un bambino che dorme

Ora il tempo è un signore distratto, è un bambino che dorme
ma se ti svegli e hai ancora paura ridammi la mano!
Cosa importa se sono caduto, se sono lontano?
perché domani sarà un giorno lungo e senza parole,
perché domani sarà un giorno incerto di nuvole e sole

E' il 27 agosto del 1979. Fabrizio De Andrè e la compagna Dori Ghezzi vengono sequestrati dall'anonima sarda: quattro mesi che segneranno profondamente la vita dei due e, ovviamente, sarà un'esperienza che segnerà anche la poesia di Faber.

Voglio ricordarlo così, con una canzone che racconta quel dolore. Parole e musica che mi fanno rabbrividere ogni volta che mi sfiorano il cuore..

"Hotel Supramonte"

E se vai all'Hotel Supramonte e guardi il cielo
tu vedrai una donna in fiamme e un uomo solo
e una lettera vera di notte falsa di giorno
poi scuse accuse e scuse senza ritorno
e ora viaggi vivi ridi o sei perduta
col suo ordine discreto dentro il cuore
ma dove dov'è il tuo amore, ma dove è finito il tuo amore.

Grazie al cielo ho una bocca per bere e non è facile
grazie a te ho una barca da scrivere ho un treno da perdere
e un invito all'Hotel Supramonte dove ho visto la neve
sul tuo corpo così dolce di fame così dolce di sete
passerà anche questa stazione senza far male
passerà questa pioggia sottile come passa il dolore
ma dove dov'è il tuo amore, ma dove è finito il tuo amore.

E ora siedo sul letto del bosco che ormai ha il tuo nome
ora il tempo è un signore distratto è un bambino che dorme
ma se ti svegli e hai ancora paura ridammi la mano
cosa importa se sono caduto se sono lontano
perché domani sarà un giorno lungo e senza parole
perché domani sarà un giorno incerto di nuvole e sole
ma dove dov'è il tuo cuore, ma dove è finito il tuo cuore.

testo da Angolo Testi


Quella di Fabrizio è una storia speciale... e quella raccontata alla "Storia siamo noi" è davvero lo specchio delle sue toccanti poesie!

martedì 12 agosto 2008

Pensieri sotto una pioggia di stelle

Spesso la musica mi porta via come fa il mare.
Sotto una volta di bruma o in un vasto etere
metto vela verso la mia pallida stella.

Petto in avanti e polmoni gonfi come vela
scalo la cresta dei flutti accavallati
che la notte mi nasconde;

sento vibrare in me tutte le passioni
d'un vascello che dolora, il vento gagliardo,
la tempesta e i suoi moti convulsi

sull'immenso abisso mi cullano.
Altre volte, piatta bonaccia,
grande specchio della mia disperazione!

("La musica" di Charles Baudelaire)



foto: Pianezze di Valdobbiadene, 9 agosto 2008

mercoledì 6 agosto 2008

Nelle braccia di un angelo

Oggi mi sento così... con la voglia di sedermi sulle braccia di un angelo e volare... trovare un po' di conforto lì e poi ritornare...


Questa canzone mi accompagna da parecchio tempo.. ultimamente però non riesco a fare a meno di ascoltarla! Nel duetto con Josh Groban, poi, Sarah McLachlan dà il meglio di sé!


Il mio consiglio?! Sedetevi comodi, allontanate il telefono e l'agenda e godetevi queste parole... queste voci... l'armonia... la tenerezza...




ANGELO

Passando tutto il tuo tempo ad aspettare la seconda occasione
con quel taglio netto che la renderebbe perfetta
C’è sempre una ragione per non sentirsi abbastanza bene
ed è dura a fine giornata… ho bisogno di qualche distrazione!

Oh dolce sollievo, la memoria trasuda dalle mie vene

Lascia che sia vuota e senza peso e forse stasera io troverò pace…

nelle braccia di un angelo! Vola via da qui,

da questa fredda e buia stanza di hotel e dall’infinità di cui tu hai paura

sei trascinato dalle macerie del tuo silenzioso sognare ad occhi aperti…
Sei nelle braccia dell’angelo… che tu possa trovar conforto lì.

Così stanco della linea retta e ovunque ti giri,

ci sono avvoltoi e ladri alle tue spalle
e il temporale continua ad avvolgerci
mentre tu continui a costruirti la bugia

che compensa tutto quel che ti manca...

Non fa differenza scappare un’ultima volta:

è più facile credere in questa dolce follia,
questa gloriosa tristezza che mi mette in ginocchio.

Nelle braccia di un angelo vola via da qui

da questa fredda e buia stanza di hotel e dall’infinità di cui hai paura,

sei trascinato dalle macerie del tuo silenzioso sognare ad occhi aperti…
sei nelle braccia dell’angelo… che tu possa trovare conforto lì
sei nelle braccia dell’angelo… che tu possa trovare conforto qui

 

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