Eh, l'articolo 5 della legge LEGGE 22 MAGGIO 1975, n. 152 parla chiaro:
ART.5.
È VIETATO PRENDERE PARTE A PUBBLICHE MANIFESTAZIONI, SVOLGENTISI IN LUOGO PUBBLICO O APERTO AL PUBBLICO,FACENDO USO DI CASCHI PROTETTIVI O CON IL VOLTO IN TUTTO O IN PARTE COPERTO MEDIANTE L'IMPIEGO DI QUALUNQUE MEZZO ATTO A RENDERE DIFFICOLTOSO IL RICONOSCIMENTO DELLA PERSONA.
IL CONTRAVVENTORE È PUNITO CON L'ARRESTO DA UNO A SEI MESI E CON L'AMMENDA DA LIRE CINQUANTAMILA A LIRE DUECENTOMILA.
Sentire poi, al telegiornale, che il guardiano sarebbe stato licenziato, mi ha fatto rabbrividire.. insomma, non sapevo che a rispettare la legge si corresse anche il rischio di essere licenziati! Al massimo, temevo ci si potesse impazzire!!
E se fosse successo qualcosa?! Allora a quel punto l'avrebbero licenziato. Sicuro! Perché non aveva rispettato la legge!
Mh... accidenti...
Ma vabbé, provo ad uscire dal discorso di "obbligo legale", e cerco di fare una riflessione "culturale".
Il niqab (questo tipo di velo che copre interamente il viso lasciando scoperti solo gli occhi), è previsto dalla sua religione, quindi lei ha tutto il diritto di indossarlo, è vero. Il buon costume prevede di girare con pantaloni e maglietta, ma in Congo probabilmente impareremmo che non servono i vestiti per essere persone "perbene"...
Nel momento in cui due diritti si scontrano però, qualcosa bisogna fare!
"..sono giunti a capire che il loro destino è legato col nostro destino, e sono giunti a capire che la loro libertà è inestricabilmente legata alla nostra libertà. [...] Non possiamo camminare da soli." (da " have a dream" di MLK)
Già! E se la mia libertà finisce dove inizia quella degli altri (sempre un debito di Martin Luther King), penso che prima di eliminare la recita di Natale nelle scuole per rispetto dei bambini musulmani e prima di negare l'entrata ad una donna col velo, basterebbe semplicemente fare un passo avanti... entrambi!
Non mi era venuta in mente l'idea di istituire una "Stanza del velo", ma devo dire che mi sembra un'ottima soluzione! Mi sembra un modo per aver rispetto per la cultura altrui e una tutela per la nostra legge.
non è lo sforzo di un civile stare insieme
non è il conforto di un normale voler bene
l'appartenenza è avere gli altri dentro di sé
("L'appartenenza" - Giorgio Gaber)
Così sarebbe decisamente troppo semplice!
4 commenti:
sai c'è un errata convinzione secondo la quale la meravigliosa arte del "compromesso" sia un segno di debolezza!!
stupida convinzione...ci vuole una grande testa per riuscire ad attuare il compromesso...come risolvere un grosso enigma matematico!
dici bene..Stefi..avere dentro di se l'altro, trattasi di empatia...trattasi di non nascondersi dentro roccaforti di principi intoccabili...ne da una parte ne dall'altra...trattasi di saggezza, abilità a soppesare i pro e i contro miei e tuoi, di provare ad entrare nella tua lunghezza d'onda, nei tuoi occhi, e vedere com'è...trattasi di non aver paura a mettere in discussione alcune tradizioni...trattasi di andare oltre insieme ...inventarne di nuove...
Già!
Se condividi e qualche volta ti ci scontri e altre ci lavori e ascolti e un po' ti ci innamori e racconti, allora scopri qualcosa di nuovo su chi ti cammina a fianco.. altrimenti diventa solo un salutarsi da lontano, con un bel sorriso davanti e la stessa terribile domanda nella testa: "ma chi è?!"
Incredibile..di questa notizia non ne avevo proprio sentito parlare...
Io rimango sempre molto perplessa quando sento tutto questo.. Perchè dentro di me, nel mio profondo so che una soluzione ci potrebbe essere, ma so anche che questa soluzione è così lontana da ciò che è la nostra società di adesso..
"L'appartenenza è avere gli altri dentro di sè.." Questa frase è davvero stupenda...
Dobbiamo imparare ad andare oltre.. come dice Janas... Costruire e tracciare altre strade.. con il cuore.. E mettendo al primo posto l'amore...
Ma mi fermo qui, altrimenti sembrano solo discorsi "buonisti".. In realtà vorrei dargli un altro senso, ma a parole faccio davvero fatica a esprimermi..
Comunque, piuttosto di niente, meglio la stanza del velo, almeno c'è un rispetto reciproco..
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