La maggior parte di noi si porta dentro, da sempre, un viaggio, che non è una semplice visita, ma un sogno. E va crescendo a poco a poco, costruendosi una delicata architettura. E’ un’amabile malinconia, che sviluppiamo con un complicato processo: senza voli aerei, senza tempo, senza soldi. Dalle palpebre verso dentro.

Un viaggio di questo tipo si alimenta di letture, cartoline illustrate, carte geografiche, ortografie, persone che arrivano con delle notizie, avventure vissute da altri e di cui uno si sente partecipe, nell’oscurità di una sala cinematografica o a casa, soli davanti al televisore.

Un pezzetto dopo l’altro prende forma il paesaggio che si riproduce una realtà che non si può toccare, ma forte come il vincolo che unisce il corteggiatore alla sua amante segreta. Credo sia una sorta di pellegrinaggio che ha a che vedere con il luogo a cui, per motivi misteriosi, sentiamo di voler appartenere

(da “Amor America” di M.Torres)

Perle di saggezza popolare (grazie a Venessia.com)

Io vado...

...nella mia nuova casa

venerdì 3 ottobre 2008

Seduti in un bar


Discover Emmylou Harris!




Chissà cosa passa per la testa ad uno che vuole aprire un bar..
Io lo aprirei per chiuderlo la sera!
Chiudere la porta è far entrare tutte le vite che si sono appoggiate ai tavolini.. portar dentro le sedie su cui si sono incrociate voci diverse, sgabelli che son state spostati qua e là, come in un giro di giostra.
E poi riaprire al mattino... per far uscire tutte quelle briciole di storie, nascoste sotto il tappeto e lasciarle passeggiare per la strada... per potersi aggrappare alle suole degli altri e farsi portare in giro.

Alle due di notte fai il tuo ultimo brindisi con quei frammenti di vita, di ciò che sono stati anche solo per qualche minuto o magari per qualche ora.
Appoggiarsi al bancone e guardarsi intorno, con una birra fredda tra le mani.. il silenzio ti fa rivivere quelle vite e le mescola; ti passano davanti agli occhi le facce...
Lo sguardo dei due che escono insieme per la prima volta: lui che passa nervosamente le dita attorno al sottobicchiere, quasi a volerne fare un solco eterno, sul tavolino; lei che ogni tanto accarezza il legno con i capelli, per portarsene via il profumo, sentirselo addosso.

Risenti le risate fragorose del gruppo di amici dopo la partita di calcetto del mercoledì sera... con le gambe ammaccate che se ne stanno appese al poggiapiedi, con i loro cin-cin sbucciati... con la politica che si ubriaca nella birra e le chiacchiere che se ne vanno con il fumo di sigaretta.

Nell'angolo in fondo, poi, quella sera c'erano due ragazze. Non lo vuole mai nessuno quel tavolino.. invece loro l'hanno cercato e se ne sono state lì, fino alla chiusura. Forse perché lì ci si ripara meglio dalla luce e dalle sue zanzare, si sta giusto ad un passo dalle ombre degli altri.
Quando ci appoggi la mano per raccogliere la tazza e il bicchiere caldo, ormai secco, ti ci ritrovi attaccato..
impigliato nei loro discorsi.
Ecco perché se ne sono state così, sul ciglio della strada! Forse volevano liberarsi la testa dalle parole e le hanno appiccicate tutte qui, sul legno.. gocce di sogni e briciole di ricordi...

Potresti seguire le loro storie passandoci un dito sopra, come quando studi una camminata tra le montagne con una cartina tra le mani.

Ma quelle storie non ti appartengono
sono paesaggi mozzafiato o dirupi profondi.. ma senza la fatica della strada percorsa, non ti dicono niente!

Non ti appartengono e sono belle per questo
perché tu, con un colpo di spugna, puoi cancellarle!

chissà, forse è l'unico modo per liberarle davvero, spianar loro la strada.. magari è proprio quello che cercavano, tra le ombre
chissà, forse adesso potranno chiudere gli occhi e addormentarsi più tranquille..





11 commenti:

JANAS ha detto...

i tuoi pensieri del taccuino, riescono sempre a catturarmi...hai descritto deliziosamente, la vita che anima un bar, e come sia vero, che noi spiamo curiosi, cercando di indovinare i gesti, cosa c'è stato prima della frase sentita...il perchè di una risposta... immaginare la loro vita fuori dal bar, intuire se sono sereni o un ombra li attraversa...
ti do il bacio della buona notte...ti arriverà con un soffio di vento, che solleverà la tenda della tua finestra! ;)

Stefi ha detto...

Cara.. :)
eheh.. Grazie!!

Artemide ha detto...

Un'ottima osservatrice-sognatrice..come sempre.. Ti ci vedo proprio lì a buttare l'occhio tra la gente in un bar, a cogliere i loro attimi di vita...
Curiosona!! :D
Bello stellina, brava..sembra la pagina di un libro...
Un abbraccio grande grande

Stefi ha detto...

curiosissssima! eheh
un abbraccio a te!

Anonimo ha detto...

mmmmmmmmusica!
""con i loro cin-cin sbucciati... con la politica che si ubriaca nella birra e le chiacchiere che se ne vanno con il fumo di sigaretta"
cosa non c'è dietro a questo!!!
"Ma quelle storie non ti appartengono sono paesaggi mozzafiato o dirupi profondi.. ma senza la fatica della strada percorsa, non ti dicono niente!"
e chi lo prova lo sa!!!!!

un abbraccio apina

JANAS ha detto...

Leonida!
Leonida è il nome della tartaruga...
e l'etichetta Leonida e la bicicletta!

notte serena...e sogni d'oro e d'argento!

Stefi ha detto...

un abbraccio al leopardone! ;)

e uno a ja' e alla tartaruga vagabonda!..ci troveremo ci troveremo!prima o poi, lo so, ci troveremo!

Fabiana ha detto...

Linda!

Stefi ha detto...

Oi Bia!
Obrigada!
e eu tentarei falar o português! ;)
atè logo!!

Hiraeth ha detto...

Ciao! Ricambio volentieri la visita... che dire affinità di intenti. Bella musica e il tuo slideshow mi è stranamente familiare...Ti leggerò con calma! E la pinta di questa sera te la dedico... Slàinte! :)

Stefi ha detto...

;) Slainte!

 

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