La maggior parte di noi si porta dentro, da sempre, un viaggio, che non è una semplice visita, ma un sogno. E va crescendo a poco a poco, costruendosi una delicata architettura. E’ un’amabile malinconia, che sviluppiamo con un complicato processo: senza voli aerei, senza tempo, senza soldi. Dalle palpebre verso dentro.

Un viaggio di questo tipo si alimenta di letture, cartoline illustrate, carte geografiche, ortografie, persone che arrivano con delle notizie, avventure vissute da altri e di cui uno si sente partecipe, nell’oscurità di una sala cinematografica o a casa, soli davanti al televisore.

Un pezzetto dopo l’altro prende forma il paesaggio che si riproduce una realtà che non si può toccare, ma forte come il vincolo che unisce il corteggiatore alla sua amante segreta. Credo sia una sorta di pellegrinaggio che ha a che vedere con il luogo a cui, per motivi misteriosi, sentiamo di voler appartenere

(da “Amor America” di M.Torres)

Perle di saggezza popolare (grazie a Venessia.com)

Io vado...

...nella mia nuova casa

martedì 30 dicembre 2008

Zampillo in cammino verso la Terra Rossa

Aveva le zampe lunghe e le orecchie a punta; dietro al tallone, una macchia chiara… sua mamma gli aveva detto che quello era il segno della Terra Rossa, cosa strana per un canguro delle montagne. Il vecchio Zampa Corta gli aveva raccontato tante volte la storia dei canguri della pianura. “Un giorno andrò laggiù… vero, nonno?”, gli rispondeva sempre, curioso, Zampillo.

E fu così, che in un giorno di primavera, Zampillo infilò i suoi grandi occhiali e si presentò davanti alla casa del vecchio saggio. Due zampate alla porta e… “Zampa Corta, la Terra Rossa mi aspetta. Son passato a salutarti.”
Il vecchio infilò la testa nella fessura della porta, lo guardò ben benino, sorrise sbirciando le zampe che tamburellavano sull’erba, poi diede un’occhiata al marsupio vuoto e bofonchiò: “Aspetta un attimo. C’è qualcosa che devi avere.” Richiuse la porta con un colpo secco e sparì tra rumori rotti.
Se ne uscì qualche minuto dopo con una scatola impolverata: ci diede una passata con i suoi guanti neri e disse: “Questa ti servirà per imparare a riconoscere i messaggi del bosco! Dovrai averne cura, mio piccolo amico!”
In un batter d’occhio, Zampillo si trovò la scatola tra le mani e la porta chiusa, davanti agli occhi. La infilò nel marsupio e si avviò verso il bosco.
“Ehi!”, urlò dalla finestra il vecchio, “Non dimenticare: fai tesoro di tutto ciò che trovi. Fanne tesoro, mio piccolo amico!”


Appena scese la sera, Zampillo tirò fuori la scatola scura: era pesante, di legno di mogano, con un’incisione tonda, chiara… assomigliava proprio a quella macchia che aveva lui dietro al tallone.
Dentro c’era una vecchia bussola: un marchingegno fatto d’acqua e sughero, con un ago che girava da una parte all’altra, come impazzito.
Non ci volle molto affinché imparasse a far buon uso di quell’ago magico: ben presto infatti scoprì il segreto del muschio umido, attaccato alla corteccia degli alberi e quello del sole, che spuntava dalla testa delle montagne, saliva in alto e poi scendeva, nelle sabbie della pianura. Imparò a mangiare quando il sole gli batteva dritto sulla testa e a continuare il cammino quando la sua ombra correva, veloce, davanti a lui.
Poco alla volta quella bussola non gli servì più, perciò decise di richiuderla nella scatola scura e la di conservarla con cura nel marsupio.


Le piogge lo accompagnarono fino alla Radura Verde. Se ne stava, impaurito, a cercar conforto nella luce delle stelle, quando sentì qualcuno infilarsi tra le zampe. “Ehi, ma…!”
“Dove diavolo sono?!” borbottò un animaletto peloso col muso lungo, mentre tastava qua e là. “Eppure stavano qui, li avevo lasciati proprio qui”
“Ehiiiii, mi fai il solletico”, disse Zampillo balzando in piedi.
“Oh, scusa, amico! Ma ho perso i miei occhiali… li avevo appoggiati qui ieri, quando mi son fermato per ricaricare la mia Pietra di Luna, ma ora… non li trovo più.
Senza occhiali, tu non puoi capire, ma per una talpa quale son io, è un vero DISASTRO: mi perderò per le strade del bosco e non arriverò in tempo per la festa della nuova alba! Accidenti a me e alla mia testa vuota!”
Il canguro si fece una bella risata. “Ma che problema c’è? Io ho con me un ago magico, lui ti porta dove vuoi.” Allungò la zampa e avvicinò la scatola scura al muso peloso di lei, che uscì dal buco ed iniziò ad annusare intorno, con gli occhi stretti stretti per cercare di vedere… “Ahhhhh, meraviglia! Grazie, amico mio! Io in cambio posso lasciarti questa grossa Pietra… non è mica una pietra qualsiasi… questa t’illumina il cammino quando scende la notte: tenendola tra le mani, farà luce ai tuoi passi, sconfiggendo la paura ”
In un attimo si ritrovò nel marsupio quella palla luminosa, trasparente. “Accidenti quanto pesa!”
“Pesa, è vero! Ma non la dovrai tenere a lungo: lei ti aiuterà a vedere fin dove gli occhi non arrivano, ti aiuterà a scoprire i segreti della strada e delle sue pietre… poco alla volta non ti servirà più e potrai camminare anche ad occhi chiusi!”
Zampillo abbassò la testa dispiaciuto: “Io… beh, ti ringrazio!! Solo che… beh, vedi… io… ehm… io adesso non ti posso lasciare la mia bussola… cioè, io ho imparato i suoi segreti, ma un giorno potrebbe servirmi ancora… sai, io devo andare fino alla Fessura del Mare… devo arrivare fino alla Terra Rossa… vedi… è tanta strada… potrei perdermi ancora… mi dispiace… ma…”
“Non ti preoccupare, zampa lunga!”, rispose sorridendo la talpa. “La guarderò un po’ qui, prima che tu riprenda la tua strada. Quando ti sveglierai, domani mattina, potrai riprendere il cammino con il tuo marsupio pieno!” Fece un salto sopra la bussola e iniziò a parlare tra sé e sé “N… muschio e stelle in groppa… S… E… ahah… il sole, sì… domani…”


Quando Zampillo riaprì gli occhi, quello che trovò fu solo un buco, accanto alla sua zampa destra: la talpa se n’era già andata.
Con un balzo riprese la sua strada ma… quanto peso dentro al suo marsupio!
Presto scese la notte e, con in mano la Pietra di Luna, il canguro non ebbe più paura… imparò a saltellare sui sassi scivolosi ed evitare quelli spigolosi, scoprì il segreto della strada e dei suoi rami.
Passo dopo passo, decise di rimettere al sicuro quel pallone luminoso e a camminare ad occhi chiusi… sentendo la polvere sotto ai piedi prendere la forma dei suoi balzi.
Si risvegliò anche il sole, mentre lui ancora balzellava ad occhi chiusi sulla strada quando…
SPLASH
“Ahhhhhhhhhhh, accidenti a te!!”, spalancando gli occhi si ritrovò in groppa ad uno degli animali più grossi che avesse mai incontrato in vita sua… aveva l’aria di essere un po’ arrabbiato… molto arrabbiato.
“Ehm… scusa… ma non ti avevo visto, andavo un po’ di fretta! Posso fare qualcosa per riparare al danno che ho combinato?”
Quel grasso musone si spalancò in un enoooooorme sbadiglio. “Mi hai svegliato, pulce dalle orecchie a punta! Sto cercando di raggiungere il mare ma, quando scende la notte, il buio mi fa addormentare… è più forte di me, non riesco a stare sveglio! e così ora, oltre ad essere in ritardo, sono anche di cattivo umore!”
“Beh”, rispose Zampillo, strisciando la zampa a terra, “io ce l’avrei una cosa per farti tenere sveglio: è una palla magica, una Pietra di Luna. Però non te la posso lasciare, perché potrebbe servire ancora a me… il viaggio è ancora lungo e…”
“Dove stai andando, orecchie a punta?”
“Domattina arriverò alla Fessura del Mare… l’attraverserò e poi mi metterò a balzellare tra i miei sogni, nella Terra Rossa.”
“Mmmmhhh.. ragazzo mio, la Fessura del Mare è un posto pericoloso. Pensi davvero di farcela? Lì c’è un filo di ragnatela e tira forte il vento. Sei sicuro di poter attraversare la gola senza scivolare? In equilibrio… senza guardar giù e senza voltarti indietro?”
Zampillo iniziò a muovere le orecchie, agitato. “Vedi, io ci voglio davvero arrivare di là!”
“Allora, pulce, penso di avere qualcosa che fa al caso tuo: molti anni fa, un pappagallo giallo mi ha regalato una girandola, una vecchia e grossa girandola fatta di rami e foglie. L’ho tenuta qui, accanto a me, per tutto questo tempo… ho imparato ad ascoltare il vento: ora so quando cadrà la pioggia e quando potrò uscire senza che lui mi soffi via tutto il mio fango.
Sai, anche a me piacerebbe andare laggiù, nella pianura, ma io sono un ippopotamo… e quel filo di ragnatela è delicato: bisogna essere leggeri, seguire il vento… bisogna esser veloci ed agili.
Porta con te questa girandola ed esercitati tra gli alberi del bosco, così quando arriverai alla Fessura del Mare avrai già imparato ogni segreto del vento.
Non ti preoccupare per me: tieni la tua Pietra di Luna se credi ti servirà ancora… io ritroverò la strada. Buona fortuna, pulce dalle orecchie a punta!”

Zampillo infilò la girandola nel suo marsupio, ormai traboccante, e riprese la strada. Tutti quei tesori, stavano diventando davvero molto pesanti: non riusciva più a saltellare bene come i primi giorni, scivolava, instabile.

Il giorno passò velocemente e quando scese la sera, il canguro era sfinito: la schiena a pezzi e le gambe doloranti. Decise così di trascorrere la notte tra i rami degli alberi con la girandola ricevuta in dono dall’ippopotamo.
In poco tempo imparò a riconoscere il fruscio delle foglie, sentiva il vento venire da est e poi cambiare, soffiare forte da nord, freddo e pungente. Quando il sole si risvegliò nuovamente, lui aveva imparato a rimanere in equilibrio tra le foglie, a correre leggero tra i rami, a farsi accarezzare dal vento senza scivolare… era davvero pronto per intraprendere l’ultimo pezzo di strada, quello della Fessura del Mare.
La vedeva lì, davanti agli occhi: un filo sottile, che molleggiava con il soffio del vento… un filo che portava dritto dritto verso la Terra Rossa… già lo sentiva il profumo, già la vedeva la casa dei suoi sogni.


Prese un bel respiro e con un balzo si posizionò in equilibrio…
Fece il primo passo, fermo, preciso, attento.
E poi il secondo.
E il terzo.
Ormai se ne stava già a metà strada, quando sentì il vento soffiare forte, davanti a lui. Era sicuro di potercela fare, aveva imparato a farsi accarezzare senza mai scivolare… ma il suo marsupio ora era pesante, troppo pesante.
Non riusciva a camminare leggero, sul filo. Sentiva il peso sulle zampe.

“Eppure”, pensava tra sé, “il vecchio Zampa Corta si era raccomandato <>. Ma com’è che ora tutto pesava troppo? Cosa avrebbe dovuto fare, adesso? Dopo tutta quella strada, dopo tutta quella corsa… con il sogno davanti agli occhi…

“Ragazzo!” una voce roca lo sorprese, in bilico, a mezz’aria. L’avrebbe potuto riconoscere in mezzo a mille… era lui, il vecchio Zampa Corta.
“Non ti girare, figliolo. Rimani lì dove sei. Accucciati sulle zampe e drizza bene le orecchie!
Che ci fai così? Devi correre figliolo, non fermarti e guardare dritto davanti a te… leggero, delicato, sul filo dei sogni!”
Zampillo alzò le zampe e fece un leggero movimento col muso “Non ci riesco! Me l’hai detto tu… me l’hai detto tu” disse piagnucolando “che dovevo far tesoro di quello che incontravo lungo la strada! Io ho fatto così… ho portato con me tutto, sono stato attento e ora ho tutto qui con me, dentro al mio marsupio!”
“Ragazzo mio”, rispose a gran voce il vecchio saggio, “è quello che ti ho detto, sì! Ma far tesoro non significa portarsi addosso il peso di ciò che sono, tutte quelle cose! Hai ricevuto una bussola per imparare a leggere i segnali del bosco, una Pietra di Luna per abituare gli occhi al buio della notte… e una girandola per riconoscere il vento e giocare con lui senza farti ingannare dal suo soffio.
Tutto quello che hai, è già dentro di te. Quello che ora ti porti addosso, è solo un peso: liberatene! Avresti potuto aiutare la talpa. E poi l’ippopotamo… invece hai portato tutto con te per paura di non farcela. Getta in mare quello che non ti serve e fai tesoro nel cuore di ciò che hai imparato… metti una zampa dopo l’altra e continua il tuo cammino, dritto, verso la Terra Rossa.
Buona strada, mio piccolo amico!”

Zampillo girò la testa, ma quel che vide furono solo rami… immobile, lì, dov’era, infilò una zampa nel marsupio ed estrasse la girandola, e poi la grossa Pietra di Luna ed infine la Bussola… una ad una le gettò giù, nel mare.

Ora si sentiva di nuovo leggero, ora era pronto per rimettersi in piedi e, un passo dopo l’altro, arrivare alla Terra Rossa.
Un soffio, solo un soffio.

Ancora un passo, un altro.

10 commenti:

Stefi ha detto...

E' una storia, solo una storia..
E' il mio augurio per il nuovo anno..per me e per chi lo vuole davvero!
per chi vuole gettare le cose pesanti che continua a portarsi appresso perché "non si sa mai".. per chi ha la fortuna, come me, di aver incontrato talpe senza occhiali e, comunque, senza paura di perdersi e ippopotami che regalano girandole e dormono quando è notte.
Per chi ha il marsupio vuoto, ma scorre sul filo, verso la Terra Rossa!
Per chi ha perso di proposito gli occhiali della "normalità" e ora vede tutto fuori fuoco...o forse, adesso, è ottimamente a fuoco, chissà!eheh
Per chi sbatte la porta, ma in fondo ti lascia una bussola di mogano
Per chi ha una macchia chiara, sul tallone, della Terra Rossa.
Per chi vuole continuare a scivolare giù, lungo il filo, perché sa cosa vuole trovare di là.
Per chi sa di poter sempre e comunque scegliere, anche di esser pesanti o di sentirsi leggeri
Per chi come me ha ricevuto doni preziosi, al momento giusto, dalle persone giuste.
Per chi vede l'alba del nuovo anno, semplicemente come un'altra alba..un giorno qualsiasi e, allo stesso tempo, un giorno nuovo.

Per chi non ce l'ha fatta ad arrivare fino alla fine della storia..ahah! ..perché se la possa inventare a modo suo, come ho fatto io con la mia! purché continui ad andare un passo dopo l'altro!

JANAS ha detto...

oh Stefi!! ahaha ma questo post dura più di tutti i miei video!! Ti leggerò fino all'ultima riga, pause comprese...ora devo scappare! Domani ho una giornata impegnativa!! non so se riuscirò a trovare il tempo..ma dopodomani ...starò qui a leggerti!! un superbacio e abbraccio!! :))
ma magari non resisto e passo stasera!!

Artemide ha detto...

Wow.. sono affascinata.. e io..bè, io il senso l'ho colto subito.. Ho pensato "Questa matta della Stefi ha fatto una storia per mettere il naso sul nuovo anno e lanciare uno sguardo al vecchio.." In cuore ce l'ho anch'io qualcosa del genere.. e stavo per postarlo anch'io.. ma il tempo è tiranno e spero di riuscire a farlo prima della fine ;)
Comunque è tanto tanto bella e mi sento tanto zampillo, quanto talpa o ippopotamo o vecchio saggio.. E lo sai che c'è un po' di me anche qui...
Grazie mia dolce compagna di viaggio.. per ogni piccolo tesoro raccolto insieme e condiviso.. sono certa che questo nuovo anno che arriverà ci porterà molto lontano su quel filo dei sogni..c'è una brezza che sa di forti novità e di grandi salti, lo so. E anche tu lo sai.
E che l'amore ci avvolga..
ti voglio bene
Chiara

JANAS ha detto...

Si si!! proprio bella ..e tanto vera! bisogna imparare a trovare dentro di noi la bussola che ci indica la giusta strada!
ma io il sassolino liscio..lo porto sempre con me!! non ha nessun potere magico..semplicemente è straordinariamente liscio...l'accarezzo e i pensieri scivolano!! :)

Lucignolo ha detto...

Uno zampillo che non saltava più...

...mo' Janas mi rirompe con la teoria della coscienza dell'acqua !

Quel marsupio mi ricorda lo zaino di qualcuno... ah ! Si la cantastorie ne aveva uno simile.

Mi hai fatto venire in mente un film lento, lento, "la dove sognano le formiche verdi", sarà colpa del canguro, della terra rossa o del sognare un posto misterioso e migliore.

Insomma, la morale della storia è che la paura è la cosa che pesa di più, quella che tutti dovremmo gettar via ad ogni bivio, ad ogni incontro, della nostra strada.

Bello come augurio, anche se il 2009 non promette molto bene...

Chiuderemo un occhio e faremo finta di non aver paure !

Auguro a Tutti, Tutti, un Sereno 2009, da uno che per più di 20 anni ha avuto veramente la bussola con se nel marsupio...

MAX ha detto...

Il proverbio di oggi non fa per me.
Se tutte le parole pagassero il dazio!
Be, io sarei in bolletta.
Non te l'ho mai scritto ma la tua effige con quel cappellino bianco in testa è proprio buffa.
Ciao alla prossima .. cucù Zampillo ..

MAX ha detto...

Ja & Lu me la fanno perdere la bussola.

Stefi ha detto...

ahahhhh..chiaretta..io mi sento tanto talpa senza occhiali!!sarà perché sono cieca e invece di metterli mi ostino a girare senza maaaa..si vede tutta un'altra cosa così!! vedo quello che nessuno vede! che merrraviglia!!
si salta! certo che si salta!! comincia già con delle luobe idee, queste 2009..mi piace!!ahah si saltaaaaaaaaahahah .. ma quanto ben che te voio!
un abbraccio a te..e stringi la mano! ;)


jaaaa', ahah, ce l'hai fatta allora!
eheh..il sassolino..e lasciamo scivolare, sì! non mi sembra poi così pesante!! ;)
un abbraccione, ja'!


luci'..ma ciao!
non direi che sia solo paura, quella che pesa! a volte è l'abitudine.. per me.. beh, per me effettivamente è anche paura! preferisco la paura all'abitudine!!eheh
però no, la paura va tenuta..mica si può far finta che non ci sia!!va buttata la paura di aver paura..ahah..chiamale sottigliezze! ;)
ma che film è quello?! mai sentito!!mi piace la formica..e mi piace ancor di più la formica lenta!! ecco, mi è venuta in mente un'altra storia!!ma per fortuna ho poco tempo!ahah
ti dico io com'è andata la storia della tua bussola: per più di vent'anni l'hai tenuta nel marsupio..ma anno dopo anno ne hai regalato un pezzetto a quelli che incontravi..ecco perché ora non ce l'hai più! e bbbravo lu'! in fondo era quello che dovevi fare!!crediammmè!!ahah
ti abbraccio, mio caro Luci! Forte forte, così a forza di spremerti esce tutto il nervoso che ancora è incastrato sotto alla pelle!! ..sputalo tutto!!
;)

;)
eheh


massimo..io invece adesso ho: ciò, ciapa e metti in soasa!!hai visto?! perfetto per il nuovo anno!!dai, te lo presto allora! quello di prima non era adatto a te!!
..eheh..grazie! piace tantizzimo anche a me quella foto! mi fa schiattare dalle risate..e in fondo mi assomiglia ancora! l'occhietto furbo non se n'è andato!

in quanto a quei due..son pericolosi!!..come te!! ahahhhhh
che beo!
ciao maci! mi raccomando con il sole, eh! ci conto! ;)

MAX ha detto...

Marinella, mia moglie, è di turno notturno.
Quindi hai ragione. O non vado a letto o dormirè pochissimo-
Dato che nevica l'ho accompagnata al lavoro
e domattina vado a riprenderla.
C'est la vie.
Ciao e piano con lo spumante-

Marta ha detto...

già è l'istante...quest'anno è stato fatto di istanti che più o meno abbiamo vissuto, bene anche!

un buon inizio!

 

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