La maggior parte di noi si porta dentro, da sempre, un viaggio, che non è una semplice visita, ma un sogno. E va crescendo a poco a poco, costruendosi una delicata architettura. E’ un’amabile malinconia, che sviluppiamo con un complicato processo: senza voli aerei, senza tempo, senza soldi. Dalle palpebre verso dentro.

Un viaggio di questo tipo si alimenta di letture, cartoline illustrate, carte geografiche, ortografie, persone che arrivano con delle notizie, avventure vissute da altri e di cui uno si sente partecipe, nell’oscurità di una sala cinematografica o a casa, soli davanti al televisore.

Un pezzetto dopo l’altro prende forma il paesaggio che si riproduce una realtà che non si può toccare, ma forte come il vincolo che unisce il corteggiatore alla sua amante segreta. Credo sia una sorta di pellegrinaggio che ha a che vedere con il luogo a cui, per motivi misteriosi, sentiamo di voler appartenere

(da “Amor America” di M.Torres)

Perle di saggezza popolare (grazie a Venessia.com)

Io vado...

...nella mia nuova casa

giovedì 4 dicembre 2008

Erano solo riflessi... solo?

Passeggiava con il passo pesante, tra le dita si stringeva ad una sigaretta per fumare via la polvere.

Era arrivato da lontano per cercarlo qui, trovarlo, portarselo via.
Nelle tasche conservava un post-it giallo e stropicciato: dentro c'era appuntata la sua speranza, consumata.

Aveva attraversato ponti e seguito voli di gabbiani... era stato in equilibrio sui fili della luce, aveva chiuso gli occhi e aveva provato a cercarlo tra i ricordi...
Camminava a testa alta, il passo veloce, ma pesante. Guardava su e non vedeva altro che quello che c'era già, quello che c'era ieri... guardava dietro i tetti, tra il fumo dei camini e in bilico, sulla linea dell'orizzonte.

Aveva corso, si era fermato, era tornato... voleva di più... era nervoso, e pure un po' arrabbiato.

Scusi, sto...
Ma c'era chi non capiva, non sapeva...
giocava...
semplicemente si divertiva a giocare con biglie di vetro, ammaccate; e si faceva meravigliare da quelle sfumature che si intrecciavano dentro.

Il vetro fa il miracolo, la magia… Entrare in un posto e avere l’impressione di uscire fuori… Essere protetti dentro qualcosa che non impedisce di guardare ovunque, lontano… Fuori e dentro nello stesso momento… al sicuro eppure liberi… questo è il miracolo, e a farlo è il vetro, solo il vetro. […]
E’ la magia del vetro… proteggere senza imprigionare… stare in un posto e poter vedere ovunque, avere un tetto e vedere il cielo… sentirsi dentro e sentirsi fuori, contemporaneamente… un’astuzia, nient’altro che un’astuzia… se lei vuole una cosa e però ne ha paura non ha che da mettere un vetro in mezzo.. tra lei e quella cosa… potrà andarle vicinissimo eppure rimarrà al sicuro…

Non c’è altro… io metto pezzi di mondo sotto vetro perché quello è un modo di salvarsi… si rifugiano i desideri, lì dentro… al riparo dalla paura… una tana meravigliosa e trasparente…
Lo capisce, lei, tutto questo?
(da “Castelli di rabbia” di Alessandro Baricco)


Lui si era inginocchiato solo per raccogliere la biglia, scivolata tra i suoi piedi
e l'aveva visto.


Era lì, nascosto tra le onde, il centro di cerchi nell'acqua...
forse era solo un riflesso... ma che importava? era lì!

Ed era il più bel sole che avesse mai visto!

Sfilò il post-it giallo dalla tasca e buttò la sigaretta.
Stava scendendo ormai la sera: non poteva perdere altro tempo... sarebbe arrivata la notte e, con lei, un'altra mattina.
Lo raccolse e lo mise in tasca, un sorriso alla bambina che giocava con le biglie... lei non sapeva, ma era felice di vedere i raggi spuntare da quella tasca

anche se erano solo riflessi...

ma, in fondo, lì c'era il fuoco e c'era l'acqua, lì si nascondeva il cielo e la terra... era al sicuro
erano solo riflessi... ma è sempre da quelli che si comincia...
si segue una scia...





liberamente ispirato da:
-un'immagine...un sole riflesso, passeggiando tra le calli
-biglie che scappano e si perdono
-palle di diverse dimensioni, più grandi di biglie e più piccole di soli... a volte girano, a volte son lì, che aspettano
-L’esistenza si consuma nell’attesa: si va in giro con la lista della spesa ma forse quello che aspettavo è già arrivato, nascosto nella luce per non essere individuato ("Tutto può succedere" di Lorenzo... una frase casuale di una canzone scelta casualmente dal mio random nell'mp3)
-il karma della karma

4 commenti:

Artemide ha detto...

Ancora trip?! No dai..scherzi a parte.. E' proprio bello questo scritto..
Riesci proprio a prendere per mano il lettore ed accompagnarlo in una bolla di vita, di pensieri, di sguardi, di passi...
Che bello.. ti senti proprio fluire tra le parole..
Brava stea! :) Continua così!
Ora mi porto nel cuore questa dolcezza per la giornata :)

Ti abbraccio

Palmiro Poltronieri ha detto...

ecco, per S. Barbara, trovare i tuoi blogs e questi post ricchi di pensieri scritti, mi ha fatto piacere
grazie
zavorka

JANAS ha detto...

appena entrata nel blog ...leggendo le tue parole ho avuto una sorta di deja vu ;) ..poi mi sono fatta avvolgere da questa bellissima musica e da una sensazione di nostalgica tristezza...ma che è? che mi prende fin dentro lo stomaco...scorro su con il mouse, leggo il titolo e tutto si fa chiaro!
La forza del Gospel!!
Veramente bella questa musica...
buona notte Stefi!

Stefi ha detto...

stein! eheh
che bello che ci sia qualcosa da portrsi dietro, durante il giorno!
andrò a farmene una scorta anch'io..passerò a prendere dell'aria buona di là da te!!che mi ci vuole proprio!
un bacione


zavorka..e a me ha fatto piacere che tu c'abbia trovato qualcosa di buono qui.. sei sempre il benvenuto!
buona giornata e un sorriso a te!


ja'..già..c'è parecchio dentro qui..
beh, grazie..ben harper è sempre perfetto!;)
buona giornata a te!

 

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