La maggior parte di noi si porta dentro, da sempre, un viaggio, che non è una semplice visita, ma un sogno. E va crescendo a poco a poco, costruendosi una delicata architettura. E’ un’amabile malinconia, che sviluppiamo con un complicato processo: senza voli aerei, senza tempo, senza soldi. Dalle palpebre verso dentro.

Un viaggio di questo tipo si alimenta di letture, cartoline illustrate, carte geografiche, ortografie, persone che arrivano con delle notizie, avventure vissute da altri e di cui uno si sente partecipe, nell’oscurità di una sala cinematografica o a casa, soli davanti al televisore.

Un pezzetto dopo l’altro prende forma il paesaggio che si riproduce una realtà che non si può toccare, ma forte come il vincolo che unisce il corteggiatore alla sua amante segreta. Credo sia una sorta di pellegrinaggio che ha a che vedere con il luogo a cui, per motivi misteriosi, sentiamo di voler appartenere

(da “Amor America” di M.Torres)

Perle di saggezza popolare (grazie a Venessia.com)

Io vado...

...nella mia nuova casa

lunedì 14 gennaio 2008

Bianco o Nero

“La libertà non sta nello scegliere tra bianco e nero, ma nel sottrarsi a questa scelta prescritta.” (T. W. Adorno)

Non mi sembrava ci fosse modo migliore per iniziare questo nuovo post, dedicato a “Bianco e Nero”, l’ultimo film della Comencini.

Sinceramente, anche stavolta ero partita un po’ titubante… film che parlano di razzismo ce ne sono stati molti e, la maggior parte almeno, ne hanno sempre parlato in modo un po’ troppo nazionalpopolare. Uso questo termine non a caso! Nazionalpopolare perché, affrontando queste tematiche, è facile investirsi di corazza e spada e, come paladini di fratellanza ed uguaglianza, combattere il cattivo. E’ più difficile, però, parlarne con autenticità.

Voglio dire: senza considerare chi, orgogliosamente, dice negro (parola che ancora mi fa venire ribrezzo), voglio parlare di chi, come me, si ritiene una persona tollerante. E per rendere meglio il concetto, userei le parole di Lorenzo e mi descriverei così: “…ho un Cristo che pende sopra il mio cuscino e un Buddha sereno sopra il comodino, conosco a memoria il Cantico delle Creature, ho grandissimo rispetto per le mille sure del Corano. C’ho pure un talismano, che me l’ha regalato un mio fratello africano…”

A me piace, la diversità! Anzi, a volte tendo addirittura a dare più valore a quello che è diverso da me! Come se dall’altra parte, ci fosse la chiave giusta… mi affascina, che ci devo fare?! Ma questo è un altro discorso.
Insomma, io credo che ieri sera, al cinema, ci fossero parecchie persone come me: convinte di amare la diversità, attratte dalle differenze e con un debole nei confronti del diverso… non so loro, ma io, alla fine del film, mi sono sentita un po’ scardinata da questa sicurezza. La storia è semplice, niente di eccezionale: semplice e a volte pure un po’ scontata… ma qualcosa la rende speciale! E quel qualcosa è la veridicità.

Tra un sorriso e un po’ d’amarezza, quella corazza da paladino di fratellanza ed uguaglianza (che con meticolosa attenzione stai costruendo da vent’anni), inizia a perdere qualche pezzo… una battuta ti ferisce al braccio, una scena ti ammacca l’armatura della gamba… E, piano piano, ti ritrovi tutto ammaccato e un po’ stordito; con la bussola impazzita e con quella spada che è diventata pesante! Con quelle poche forze che ti restano, cerchi di mettere a tacere quella vocina, che smuove dentro… smuove tutto! “Ma… allora… io… sono razzista?” Colpi a destra, colpi a sinistra ma… mica la riesci ad ammazzare ‘sta apetta che t’è saltata dentro e che ti ronza nella testa!! L’ape è piccola, ma il pungiglione ce l’ha eccome!
E’ per questo che m’è piaciuto: perché nella sua leggerezza, sa toccare corde molto sottili.

Consigliato a chi ha il coraggio e l’umiltà di togliersi la corazza per guardarsi dentro, senza farsi scudo con le sicurezze che vorremmo avere. Consigliato a chi è cresciuto con i discorsi di pace e fratellanza di Martin Luther King, ma poi s’arrabbia con chi non la pensa allo stesso modo.


“Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci, ma non abbiamo imparato l'arte di vivere come fratelli.” (Martin Luther King)


Cominciamo intanto a conoscerci bene noi, ad affrontare i fantasmi e ad accettarci per come siamo… senza riempirci di etichette e pregiudizi, di qualunque tipo essi siano!

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Vivevano certi topi in una casa che ospitava un orribile gatto.
Neppure nelle notti oscure essi potevano muoversi dalle loro buche, senza pericolo di essere atterrati dai suoi artigli feroci, sicché procurarsi il cibo era diventato un difficile problema per quelle bestiole.

Un giorno si radunarono per trovar modo di sfuggire al loro nemico. "Vi dirò io che cosa dobbiamo fare" disse un topolino giovane. "Una cosa semplice: attaccare un campanello alla coda del gatto. Quando si muoverà, il campanello suonerà e noi sapremo dov'è".
I topi si misero a strillare di gioia, finché un vecchio topone domandò:
"E chi andrà ad attaccare il campanello?"
Tutti tacquero. Neppure uno dei topi era disposto a tentare l'impresa.

"Tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare."

Ti starai chiedendo il perchè di questa favoletta di Esopo, almeno lo spero, bene la risposta la trovi in quel meccanismo che noi (scout...) chiamiamo "morale indiretta" e tutto questo perchè leggendo il tuo ultimo intevento mi è saltato subito alla mente il famoso proverbio "tra il dire e il fare c'è di mezzo di il mare" appunto... forse in questo caso è meglio dire "tra il DIRE tolleranza e l'ESSERE tolleranti c'è di mezzo il mare" ok la rima non è più baciata ma rende comunque l'idea...

sono d'accordo con quello che scrivi, le tue sensazioni sono chiarissime e purtroppo credo comuni alla maggior parte (almeno a quelle persone che cercano di risolvere il problema...), mi sento di scrivere qualcosina perchè in queste domande che ti poni ci sono passato anche io...grazie al clan!!! e credo che una buona parte di risposte si possano trovare solo condividendo la vita con il "diverso" (legherei l'accezione di questa parola con il tuo negro...terribili)..è questo lo spirito del cd che ti ho mandato sulla veglia...presentare alcune persone chiave di quella settimana e soprattutto dei momenti di vita vissuta con loro...che rende qualsiasi persona unica ma allo stesso tempo uguale a noi!!!

un abbraccio!!!
bizzz

Stefi ha detto...

Ciao Bizzz! Che bello il tuo intervento, grazie!!
E colgo l’occasione al volo per rispondere…
Il servizio ne insegna di cose, è vero! E chi non lo prova, secondo me, vagabonda tra il “dire tolleranza” e l’”essere tolleranza”… ottimo esempio, tra l’altro! Perfetto!.
Ma io faccio un passetto oltre…

Quello che io chiamo “diverso” (con voluta e ricercata scelta della parola), in realtà è quello che è meno diverso! Mi spiego, la vera diversità, a volte è nelle cose più piccole: è più facile amare un diverso colore di pelle, una diversa lingua, un diverso modo di vivere (almeno per me, ovvio!, chiamala deformazione professionale…;) ), che chi ha il tuo stesso colore di pelle, ma un pensiero differente; chi parla la tua stessa lingua, ma poi non ti capisci; chi ha il tuo stesso modo di vivere, ma non lo senti assolutamente vicino a te.

Dico che a volte è più facile SCEGLIERE il fratello che vogliamo chiamare così, che accettare quello che abbiamo al nostro fianco. E questo film mi è piaciuto perché ognuno ha modo di ripensare a quale fratello deve sforzarsi di accogliere… Io il “diverso” lo amo, mi stimola, m’incuriosisce! Ma forse perché è proprio “uguale” a me! Non è la lingua che porta differenze, non il colore, né la cultura, né la storia… la vera difficoltà sta proprio nel riuscire ad uscire dai canoni prefissati di uguale e diverso e saper guardare con occhi oggettivi dove si nasconde la diversità! …per noi, ai nostri occhi, nella nostra testa... l’importante è chiarire cosa per noi è “bianco” e cosa è “nero”… cosa per noi è “diverso” e cosa è “uguale”… un esempio?

La Guida e lo Scout sono fratelli di ogni altra guida e scout… Io m’innervosisco più in Co.Ca., che alla festa etnica di Giavera! Riesco sempre a trovare più fratelli in Irlanda (guarda caso!), che attorno al tavolo di Co.Ca… Gli esempi con la comunità capi riescono sempre a rendere l’idea! ;)
Io credo che noi (scout) siamo fortunati: riceviamo stimoli di fraternità internazionale e di uguaglianza (“Un mondo, Una promessa”). Ma da questo privilegio, io mi sono un po’ persa: troppo intenta a guardare di là del mare, che ho dimenticato a dare la mano a chi c’è di qua!

…Ho trovato la mia prossima preda! ;)

Grazie Bizzz!! Tra l’altro, la settimana prossima presento il tuo cd alla Co.Ca… sarà di aiuto per il Progetto del Capo che stiamo preparando!! … Ti farò sapere! ;)
Un abbraccio!
Stefi

Artemide ha detto...

Wow wow! Che super post e super commenti..che posso aggiungere? Che capisco mooolto bene le tue sensazioni... E che quando Qualcuno ha detto "Ama il prossimo tuo come te stesso" intendeva proprio questo.. Prima ama te stesso in modo completo e poi l'amore trasmettilo al tuo prossimo, ma quello che hai proprio lì vicino, quello che magari non sopporti o non riesci a vedere..Non tanto quello che sta o viene dall'altra parte del mondo.. Questa è la sfida più grande e importante! Direi nientepopòdimenoche... ;)
A prestissimo tessssoro

Anonimo ha detto...

Io penso che Bizzz abbia ragione: troopa fatica ad essere veramente tolleranti! Però credo che la Stefi abbia ragione sul discorso degli scout: noi siamo un passo avanti a tutti! E da questo passo, ci si aspetta una maturità diversa... noi sì dovremmo capire ed ACCOGLIERE veramente il diverso!!

E poi basta con la paura di usare la parola DIVERSO! Io ne vado fiera: sono fiera di essere diversa! Non nascondiamoci dietro alle etichette di uguaglianza! Non era questo che dicevi Stefi? Son d'accordo! Nessuna etichetta: né di razzisti, né di idealisti! Viva l'autenticità!

Che mi possano votare se mi candido alle prossime elezioni?! :D :D Ho fatto un discorso da politicante!! ;)

besitoss
Sivy

Stefi ha detto...

Uh... ho acceso un gran falò di opinioni!Che beo!!
Son contenta soprattutto perché, al di là di quello che intendevo io o meno, vi siete messi tutti in gioco e tutti avete detto cose per nulla banali!

E concluderei con.. "l'importante xe voerse ben!!" ;) vero chiaretta?! :)

Ciccia, dai che domani ci vediamo!!Che ben!

Un abbraccio a tutti e... GRAZIE!

 

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