La maggior parte di noi si porta dentro, da sempre, un viaggio, che non è una semplice visita, ma un sogno. E va crescendo a poco a poco, costruendosi una delicata architettura. E’ un’amabile malinconia, che sviluppiamo con un complicato processo: senza voli aerei, senza tempo, senza soldi. Dalle palpebre verso dentro.

Un viaggio di questo tipo si alimenta di letture, cartoline illustrate, carte geografiche, ortografie, persone che arrivano con delle notizie, avventure vissute da altri e di cui uno si sente partecipe, nell’oscurità di una sala cinematografica o a casa, soli davanti al televisore.

Un pezzetto dopo l’altro prende forma il paesaggio che si riproduce una realtà che non si può toccare, ma forte come il vincolo che unisce il corteggiatore alla sua amante segreta. Credo sia una sorta di pellegrinaggio che ha a che vedere con il luogo a cui, per motivi misteriosi, sentiamo di voler appartenere

(da “Amor America” di M.Torres)

Perle di saggezza popolare (grazie a Venessia.com)

Io vado...

...nella mia nuova casa

martedì 29 gennaio 2008

I feel change in the air

Voglio ritagliarmi qualche minuto per dare un occhio al di là dell’oceano e guardare all’America, impegnata nelle primarie, nella lunga e impegnativa corsa per la Casa Bianca. Ho seguito con attenzione ogni passaggio, con un occhio sui discorsi e i confronti televisivi e un altro sui programmi di ciascuno… è qualcosa di straordinario, non si può negare!
Tra tutti, l’interessamento maggiore va ai candidati più quotati: Barack Obama e Hillary Clinton, perché nelle loro parole, si può iniziare a leggere qualche cenno al futuro dell’America. Finora hanno duellato ad armi pari… fino a questo momento, infatti, la corsa, pur combattuta e un po’ convulsa, era rimasta nella normalità. Tutto questo fino a ieri, quando, cioè, Ted Kennedy è salito davanti ai sostenitori di Barack Obama per fare un discorso che ha tutte le caratteristiche per essere ricordato come il discorso che ha risvegliato l’America.

"I feel change in the air. […] I'm proud to stand with him here today and offer my help, offer my voice, offer my voice, offer my energy, my commitment, to make Barack Obama the next president of the United States. […] I remember another such time, in the 1960s, when I came to the Senate at the age of 30. We had a new president who inspired the nation, especially the young, to seek a new frontier. Those inspired young people marched, sat in at lunch counters, protested the war in Vietnam and served honorably in that war even when they opposed to it" Queste, le parole di Ted Kennedy, fratello di due grandi presidenti, John e Bob.

Comunque proceda la campagna di Obama, queste parole fanno tremare il cuore.

Parlare di Kennedy, in tutto il mondo, significa parlare di futuro, di cambiamento, di apertura, di progetto. Ma parlare di Kennedy, in America, significa risvegliare un’emozione che rimane profondamente radicata nei cuori degli americani. Kennedy, nonostante alcune contraddizioni, ha rappresentato il mito: quello che tutti vorrebbero ascoltare in una campagna elettorale, quello che tutti vorrebbero riconoscere come il proprio presidente. Io, pur non essendo americana, questa emozione la sento! Rivivo quello che quest’uomo ha rappresentato, nella storia e nella politica… in America e nel mondo.


La famiglia Kennedy, aveva sostenuto in passato altri candidati (tra l’altro, senza troppo successo), ma quest’anno, questo discorso ha un sapore diverso… Obama, sin dall’inizio, è stato riconosciuto l’uomo del cambiamento, la rottura con il passato ed il tramite con il futuro.

Che possa essere davvero il nuovo Kennedy?

“and so, my fellow Americans, ask not what your country can do for you; ask what you can do for your country”

Mah, è davvero una grande responsabilità!

1 commento:

Anonimo ha detto...

Io l'ho vissuto come uno smacco ad Hillary!! 12 anni fa, Ted ha fatto il culo e camicia con i Clinton e adesso ha voltato la bandiera!

C'è da capire quanto gli americani abbiano voglia di rischiare.. e quanto vogliano fidarsi di un ideale.. son d'accordo: Obama rischia a presentarsi come il nuovo Kennedy! magari non ne è neppure capace!

 

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