La maggior parte di noi si porta dentro, da sempre, un viaggio, che non è una semplice visita, ma un sogno. E va crescendo a poco a poco, costruendosi una delicata architettura. E’ un’amabile malinconia, che sviluppiamo con un complicato processo: senza voli aerei, senza tempo, senza soldi. Dalle palpebre verso dentro.

Un viaggio di questo tipo si alimenta di letture, cartoline illustrate, carte geografiche, ortografie, persone che arrivano con delle notizie, avventure vissute da altri e di cui uno si sente partecipe, nell’oscurità di una sala cinematografica o a casa, soli davanti al televisore.

Un pezzetto dopo l’altro prende forma il paesaggio che si riproduce una realtà che non si può toccare, ma forte come il vincolo che unisce il corteggiatore alla sua amante segreta. Credo sia una sorta di pellegrinaggio che ha a che vedere con il luogo a cui, per motivi misteriosi, sentiamo di voler appartenere

(da “Amor America” di M.Torres)

Perle di saggezza popolare (grazie a Venessia.com)

Io vado...

...nella mia nuova casa

sabato 12 gennaio 2008

La commedia degli equivoci

Mi piacerebbe raccontare questo aneddoto... è un po' lungo, ma... fa terribilmente ridere!!

Introduzione: L'affannosa ricerca di case per le Vacanze di Branco…
Chi l’ha già provato, sa che la ricerca delle case è un’AGONIA!! Circa 2000 contatti presi da internet, da ogni tipo di lista, con vaghi riferimenti, devono essere verificati… come?! Telefonando, ovvio!!
L’agonia aumenta quando, dopo circa una settimana, le telefonate diventano da “segreteria telefonica”… se ti guardi allo specchio, vedi una figura oscura, fatta di telefono in un orecchio e matita di riserva nell’altro… penna alla mano e diecimila fogli vaganti dal letto alla scrivania. Il viso ha un’espressione tra il depresso e lo sfinito, la mano è tremante e la voce è quella tipica di “treno in arrivo al binario 2”

Prologo: (Venerdì 11 gennaio, ore 20.00)
Dopo una giornata devastante, decidi di fare l’ultima (si spera!), telefonata prima della cena… “La lista della regione Trentino Alto Adige è quella giusta per concludere in bellezza!”, pensi.

Componi il numero, lo controlli mille volte e dentro la tua testa, cerchi di evitare le più classiche figure di merda… o almeno quelle alle Top 3:
1. L’hai chiamato due minuti prima, ma nel casino delle liste, non hai notato che il nome è lo stesso
2. Dopo 15 squilli, ormai senza speranza, con gli occhi inizi a cercare tra gli altri nominativi qualcuno che t’ispiri dal nome quando… dall’altra parte… rispondono!!! E tu ti chiedi: “Cacchio, come si chiamava questo, adesso!?!?” Della serie: chiediamo informazioni per una casa che non ci ricordiamo nemmeno dov’è!!
3. Il gestore è cambiato, più o meno dieci anni fa e nel frattempo… è deceduto! (Ebbene sì, capita anche questo!)

Atto I: (Ore 20.01)
Premesse:
- Il numero… è un cellulare!
- Il nome del paese è, ovviamente… sconosciuto! Di 200 abitanti forse, disperso chissà dove tra i monti
Nemmeno due squilli e qualcuno risponde: un uomo. Inserisci il PLAY e parte in automatico il discorso.

STOP! Nemmeno hai finito la tua poesia a memoria che...
lui ti ferma: “Da dove hai detto che sei, scusa?”
Io: “Da Istrana”

Lui: (silenzio…)
poi… “Da dove?!”
Io: “Istrana, in provincia di Treviso”
Lui: “Mo va là?!” [è senza dubbio di origine romagnola!!] Addirittura da Treviso mi chiami! Che emozione! Mia moglie è nata proprio dalle tue parti!”

Certo, quell’ “addirittura da Treviso” un po’ mi stranisce ma… che si può dire?! A volte la distanza tra Trento e Treviso può essere considerata enorme… mah…
Vabbé, non mi faccio condizionare tanto dalle sue parole e mi lascio trasportare in quei 10 minuti di chiacchiere… non che le volessi io, ovvio! E’ che, tra tutte le sfighe, il chiacchierone ti deve capitare all’ultima telefonata del giorno, alle 20.20 ormai, quando nella testa non vedi altro che una sedia e un bel piatto caldo davanti! Mi racconta tutto: di lui, della moglie, delle sue esperienze nello scautismo… e poi, dei suoi animali, dei figli, del paese in cui vive, di quando si è trasferito dalla romagna… insomma, ormai è un amico!

Lui: “Guarda, sarei proprio contento che veniste voi! Da lì, così lontani, non ho mai avuto nessuno! E, comunque, tranquilla, potete venire in pullman, oppure in treno! Poi ho un amico che ha una azienda di corriere e per un tratto può venirvi a prendere lui…. Vi farà un buon prezzo!”
Io: il dubbio aumenta… ma… lontani?!?! E… venirci a prendere per un tratto?!? Ma… è impazzito questo?! E così inizio a pensare che forse avrei dovuto cercare prima l’ubicazione esatta di questo comune… magari è disperso tra i monti, al confine… “Vabbé, in qualche modo ci arriveremo! – penso – speriamo almeno sia bello!”

Dalla mia parte, io cerco disperatamente di riportare il discorso alla casa… e così inizia a descrivermi, metro quadro per metro quadro, tutta la struttura! Vi lascio immaginare quanto ci sia voluto per descrivere 3 piani, un cortile e 4 ettari di bosco circostante. In più, tanto premuroso l’omino, ha ben pensato di darmi gli indirizzi di tutti gli alimentari/macellerie/panifici della zona, compresi numeri di telefono e nomi e cognomi dei proprietari (e di qualcuno, per la precisione, potrei saper riportare anche la situazione familiare e i gusti personali!)

Epifania: (Ore 20.27) (termine rubato a Joyce, per aiutarmi a rendere l’idea dell’accaduto), ovvero: improvvisa rivelazione, un cosiddetto punto di non-ritorno, il momento di crisi insomma!

Lui: “Appena posso, vado a farmi un giro di là! I Monti Sibillini sono spettacolari, soprattutto d’inverno…”

In un istante, il mio cuore ha un fremito … i… Monti Sibillini? Nella testa, una fotografia con un paio di montagne innevate inizia a girare… Sardegna, Sicilia, Trentino, Veneto, Liguria, Toscana… “Dove diavolo è che ho già sentito questi monti?!”, penso tra me…
Ad un certo punto, qualche secondo dopo (la mente va sempre più veloce delle parole, questo si sa!), arriva l’illuminazione: “Ma certo!!Li ho visti, in cartina, quando mi informavo sui dintorni del CFA (nota bene: in Toscana!)… quindi…

Momento di smarrimento.

Mentre lui ancora sta parlando di… non so, oramai seguivo i miei ragionamenti e non so più dove fosse arrivato lui!...
Io: [con voce tremante] “Ehm, scusa… ma… il posto preciso preciso… esattamente… dov’è?!”
Lui: (…), frazione di (…), nella provincia di Ascoli Piceno!

Atto II: (Ore 20.30 )
Lui ricomincia a parlare, dei Monti Sibillini e io… io… non ho parole abbastanza per spiegare…
Mi sento rossa come un peperone e… mi viene troppo da ridere! (per non piangere, forse!!). Faccio davvero fatica a trattenere la risata, mi sento tra la stupida e… la stupida!!, come uno che ha appena scoperto di essere su Candid Camera!

Per evitare di infrangere l’emozione che gli avevo procurato chiamandolo (“addirittura da Treviso”), taglio corto e dico le prime due cose che mi vengono in mente:
Io: “Di tutta la staff, io ero quella che era attirata da questi posti, ma… essendo molto distante… ora che abbiamo avuto tutte le informazioni sul prezzo e le strutture… beh… magari ora ne parlo con gli altri e valutiamo la convenienza di un viaggio tanto lungo…”
Evitando di lasciargli qualunque appiglio per iniziare un altro discorso, taglio corto e dico:
“Ok, allora domenica mi faccio sentire io! Grazie infinite per la tua gentilezza! Buona serata!”

Epilogo: (Ore 20.33)
Chiudo la telefonata e… eccovi i pensieri, più o meno nell’ordine:
1. Ahahahahah, che cretina!
2. Che cretina
3. Ma sono veramente cretina!!! Perché non ho cercato quello stramaledettissimo indirizzo?!
4. Questa è una barzelletta, la devo raccontare a tutti!
5. Poverino! Questo è stato così gentile (certo, un po’ pesante ma… gentile e disponibile così, come nessuno!)
6. Ma io ho perso 33 minuti della mia vita… al telefono… PER NIENTE!!!
7. Che cretina!!!
8. Aspetta che la racconto a mio papà (che mi dirà… “Ma, baucheti, no te ga sercà el posto?!”)
9. Aspetta che la racconto ad Enrico!! (che si farà quattro risate!)
10. Che spettacolo!... da film!!Un vero e proprio equivoco!!

Conclusione:
Effettivamente, avrei potuto informarmi meglio ma… in queste situazioni, che sia un comune o un altro, non cambia granché, in qualche modo ci si arriva! La cosa più importante è la casa che si trova! Quella sì, che deve rispettare dei canoni precisi.

Comunque, ecco cos’ho scoperto:
- Restare sempre lucidi e “orecchie attente”… occhio ai segnali lungo la strada!
- Mai fidarsi! Meglio perdere 10 minuti a cercare se il posto è giusto, piuttosto che 33 minuti di soldi, tempo e fatiche!
- Il semplice e banale errore di qualcuno (magari un copia-incolla errato nella lista dei campi), innesca un meccanismo straordinario!
- Ma la cosa più straordinaria è che una serie di coincidenze hanno fatto sì che per 33 minuti, riuscissimo entrambi a parlare di due cose diverse, pur convinti, entrambi, di parlare della stessa cosa!!

E qui si cade proprio nel mio ambito... chiamatela deformazione professionale! ;) Mi affascina tutto ciò che ruota attorno alla comunicazione... c'ho pensato e ripensato al potere delle parole… e... quant’è difficile capirsi!!! Eppure… la lingua è la stessa! ;)

Un abbraccio all’omino di Ascoli Piceno…
Prometto: un giorno andrò a trovarlo e gli racconterò tutto! ;)

3 commenti:

Anonimo ha detto...

ciao sono il tipo di ascoli piceno...mi fareste davvero felici se veniste a stare da me...facciamo così...il trasporto fino alla casa ve lo pago io!!!
ahahah :-)

cia'

Stefi ha detto...

Bizzz... guarda, una figura così... mai fatta!! però...che ridere!!
Comunque è sicuro che, prima o poi, andrò a trovarlo!!anche perché si è offerto di ospitarci due giorni a casa sua!! (dopo ho capito perché due giorni!!) :D

Artemide ha detto...

Mamma che ridar Stefi :D Ma quante ne combini?!? Avrei voluto vedere la tua faccia durante e dopo la telefonata... E complimenti per la descrizione, era come se seguissi ogni minuto della conversazione... ;) Un abbraccio grande, te si unica!

 

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