La maggior parte di noi si porta dentro, da sempre, un viaggio, che non è una semplice visita, ma un sogno. E va crescendo a poco a poco, costruendosi una delicata architettura. E’ un’amabile malinconia, che sviluppiamo con un complicato processo: senza voli aerei, senza tempo, senza soldi. Dalle palpebre verso dentro.

Un viaggio di questo tipo si alimenta di letture, cartoline illustrate, carte geografiche, ortografie, persone che arrivano con delle notizie, avventure vissute da altri e di cui uno si sente partecipe, nell’oscurità di una sala cinematografica o a casa, soli davanti al televisore.

Un pezzetto dopo l’altro prende forma il paesaggio che si riproduce una realtà che non si può toccare, ma forte come il vincolo che unisce il corteggiatore alla sua amante segreta. Credo sia una sorta di pellegrinaggio che ha a che vedere con il luogo a cui, per motivi misteriosi, sentiamo di voler appartenere

(da “Amor America” di M.Torres)

Perle di saggezza popolare (grazie a Venessia.com)

Io vado...

...nella mia nuova casa

mercoledì 16 aprile 2008

Insegnare la libertà

Esattamente un anno fa, Cho Seung-Hui, studente sudcoreano del Virginia Polytechinc Institute and State University, entra nel campus armato di pistola ed uccide 32 persone. Dopo la strage, decide di togliersi la vita.
La cronologia dei fatti, le testimonianze, le motivazioni e tutto ciò che questo massacro ha comportato, sono ampiamente descritte in internet e giornali: ecco qualche indirizzo:
Wikipedia
Repubblica
Il Corriere della Sera
The new York Times

Al di là delle conseguenze del massacro (comunque una delle peggiori stragi nella storia americana!!), dei feriti (29) e delle problematiche del ventitreenne, il primi commenti di tutti, a partire dai media, sono stati:
- "Ecco, è successo di nuovo!" Sì, basta dare un'occhiata qui per rendersi conto di quanto questo non sia il risultato della follia di uno.
- "Colpa dell'eccessiva facilità di appropriarsi di armi da fuoco."
- "I precedenti casi fanno diventare gli assassini dei mitomani... una specie di mania di protagonismo contagiosa"

Ma fatti del genere dovrebbero andare più nel profondo, scavare... Il punto non è la pistola. Il punto non è la mania di protagonismo. Non sono queste le cause. Non sono qui per individuare le cause, fare un processo alla società americana; anche perché il mio non essere americana, non mi permetterebbe di farlo con obiettività e lucidità.
Mi permette, però, di fermarmi a pensare a noi, a me... il fatto che accada al di là dell'oceano, non è un motivo per non pensare, per non indagare, per non analizzare!

Allora penso che tutto questo possa servire per farsi un'idea. Approfondire. Cercare di capire. Il vero punto è guardare: guardare con occhi spalancati ed attenti; guardare non per criticare l'America, ma per guardarsi! E queste assurde stragi devono servire per fermarsi, atterriti, davanti all'atrocità.
Credo che questi ci possano aiutare a focalizzare meglio, ad aprire gli occhi:
"Bowling a Columbine" un film di Micheal Moore.
"Elephant" un film di Gus Van Sant

Dopo aver visto, davvero, ciò che succede, dobbiamo guardare più lontano... ad un obiettivo.
E il vero obiettivo, secondo me, è quello di insegnare la vita! Se ogni paese ha i suoi problemi, le sue debolezze... quello che non cambia è l'obiettivo che abbiamo davanti: lo stesso in America, in Italia, in Tibet, in Kenya... e qui mi fermo, perché la lista diventerebbe terribilmente (nel vero senso della parola) lunga!

La libertà!
Insegnare la vita è insegnare la libertà!

Ma non un surrogato di libertà!

La vera libertà è dura e complicata. Faticosa da ottenere e tremendamente difficile da concedere. Ci vuole rispetto, coerenza e coraggio... infinito coraggio! Passione. Determinazione. Fiducia!
Abbiamo una bocca per parlare, sì! Ma spesso dimentichiamo che abbiamo addirittura due orecchie per ascoltare e due occhi per osservare. Una testa per ragionare. Un cuore per sentire.

"Noi faremo fronte alla vostra capacità di infliggere sofferenze con la nostra capacità di sopportare le sofferenze; andremo incontro alla vostra forza fisica con la nostra forza d'animo. Fateci quello che volete e noi continueremo ad amarvi. Noi non possiamo in buona coscienza, obbedire alle vostre leggi ingiuste, perché la non cooperazione col male è un obbligo morale non meno della cooperazione col bene. Metteteci in prigione e noi vi ameremo ancora. Lanciate bombe sulle nostre case e minacciate i nostri figli e noi vi ameremo ancora. Mandate i vostri incappucciati sicari nelle nostre case nella notte, batteteci e lasciateci mezzi morti e noi vi ameremo ancora. Ma siate sicuri che noi vi vinceremo con la nostra capacità di soffrire. Un giorno noi conquisteremo la libertà, ma non solo per noi stessi: faremo talmente appello al vostro cuore ed alla vostra coscienza che alla lunga conquisteremo voi e la nostra vittoria sarà una duplice vittoria. L'amore è il potere più duraturo che vi sia al mondo"
(Martin Luther King)

Davanti a queste parole, anch'io mi fermo. E penso...
"Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo"... Gandhi ha ragione: in fondo dovrei cominciare anch'io, ad essere la libertà!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono rimasto senza parole!
Cacchio, ci vorrebbe proprio una cosa così! Io ho visto solo Elephant e sono rimasto allibito! Credo che queste cose dovrebbero essere presenti nella testa di tutti!
La libertà per la vita... uh! Ci proveremo, tutti quanti!!!!!!!

Grazie!

Bibbo

Artemide ha detto...

"Un giorno noi conquisteremo la libertà, ma non solo per noi stessi: faremo talmente appello al vostro cuore ed alla vostra coscienza che alla lunga conquisteremo voi e la nostra vittoria sarà una duplice vittoria. L'amore è il potere più duraturo che vi sia al mondo"
Queste parole dicono tutto... é nei rapporti umani che deve avvenire il cambiamento.. e per un rapporto umano di libertà ed amore è il rapporto con noi stessi che deve aver subito un cambiamento e un'evoluzione. Ora lo possiamo fare. Domani chissà. Quindi è meglio muoversi e lanciarsi in quest'avventura..
Buona strada tesoro mio :) Come sempre in parallelo...
Un abbraccio forte e grazie per queste profonde riflessioni

 

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