La maggior parte di noi si porta dentro, da sempre, un viaggio, che non è una semplice visita, ma un sogno. E va crescendo a poco a poco, costruendosi una delicata architettura. E’ un’amabile malinconia, che sviluppiamo con un complicato processo: senza voli aerei, senza tempo, senza soldi. Dalle palpebre verso dentro.

Un viaggio di questo tipo si alimenta di letture, cartoline illustrate, carte geografiche, ortografie, persone che arrivano con delle notizie, avventure vissute da altri e di cui uno si sente partecipe, nell’oscurità di una sala cinematografica o a casa, soli davanti al televisore.

Un pezzetto dopo l’altro prende forma il paesaggio che si riproduce una realtà che non si può toccare, ma forte come il vincolo che unisce il corteggiatore alla sua amante segreta. Credo sia una sorta di pellegrinaggio che ha a che vedere con il luogo a cui, per motivi misteriosi, sentiamo di voler appartenere

(da “Amor America” di M.Torres)

Perle di saggezza popolare (grazie a Venessia.com)

Io vado...

...nella mia nuova casa

sabato 27 settembre 2008

Collezionava attimi


Aveva iniziato facendo il postino: a 14 anni, durante l'estate, andava a distribuire la posta in un paesino disperso tra le montagne... era proprio sulla cima di un colle... un centinaio di case appese a testa in giù.
Alle 9 di ogni sabato mattina, da giugno a settembre, inforcava la sua bici ed arrivava fino in cima, con uno zaino pieno di saluti lontani, notizie già vecchie e bollette scadute. Nei giornali ci si consolava con pettinature fuori moda e discorsi scontati.
Nel giro di mezza giornata, riusciva a restituire un profumo a quelle lettere ingiallite; ridava loro un senso... e una casa.

Gli anni volteggiavano via veloci a ritmo di polka, ma ad ogni nuovo passo qualcuno, forse stanco di ballare, si sedeva e abbandonava la pista. Gli capitava sempre più spesso di suonare campanelli ormai muti, bussava a porte addormentate e si affacciava su case silenziose, senza più nulla da raccontare.
Anno dopo anno, gli abitanti di quel bel paesino attaccato alle nuvole, se ne andavano come petali di fiori stanchi su terra arida... e lui si ritrovava tra le mani quei ricordi vagabondi.
All'ufficio postale, in città, gli ripetevano che non interessavano più a nessuno, a loro men che meno! Ma buttare quelle lettere significava farle morire, consegnarle alla mano triste dell'oblio.

Fu così che un giorno pensò di riportarsele a casa.
All'inizio le conservava in vecchie scatole da scarpe... pensava che almeno così si sarebbero fatte compagnia a vicenda, i ricordi nelle scatole e le scatole nei ricordi.
Nelle sere d'inverno, quando faceva troppo freddo per curiosare fuori dalla porta, gli capitava di tirarle fuori e sbirciarci dentro. Erano le cartoline che gli piacevano di più, perché nascondevano l'attimo in cui migliaia di chilometri non bastavano ad allontanare due persone.

Cominciò ad affezionarsi a quegli attimi vissuti e trasformati poi in parole; così, poco alla volta, iniziò a dar loro una nuova casa.
Lui, che il suo sogno era di girare il mondo, ora si ritrovava il mondo che gli girava intorno. Sul frigo aveva attaccato una cartolina di té e zenzero che profumava ancora di Estremo Oriente. Accanto al letto aveva appoggiato il mare calmo tailandese su cui una piroga si faceva cullare dalla luna. Accanto, i fiordi del mare di Barents si risvegliavano alla luce fredda dell'alba.
Un viso nero di pece gli sorrideva ogni mattina, accanto allo specchio; e ragazzini indiani spruzzavano acqua dalle loro anfore per risvegliarlo dal sonno.
Accanto alla finestra della cucina, i tamburi africani chiamavano alla festa anche le facce sofferenti dei ballerini di flamenco che, ad ogni battito di mani, schiacciavano il dolore e facevano nascere la passione. Un gregge di pecore bloccava la strada tra la cucina ed il salotto e si intravedeva appena un vecchio pescatore sorridere alla sua birra di fine giornata.

Collezionava attimi.
Non collezionava semplici immagini dal mondo, ma attimi. Quell'attimo in cui qualcuno, in chissà quale posto del mondo, passeggiando distratto era stato catturato da quella fotografia e aveva deciso per chissà quale motivo, di regalarla a chissà chi, sospeso a testa in giù in quel paesino di montagna.
Non era importante tanto quello che aveva deciso di scrivere (che probabilmente sarebbe stata solo la maschera del pensiero)... Lui si incuriosiva dell'istante in cui quell'emigrante se n'era innamorato, dell'attimo in cui aveva pensato di far fare il giro del mondo a quella scimmia dolcemente abbracciata ad un cane, per farla arrivare proprio lì, sullo specchio di taglio marocchino.

Collezionava attimi. Quegli attimi in cui un'immagine prende la forma di un abbraccio, un sorriso timido, un fiore sconosciuto incastrato tra le rocce... era un modo per accorciare le distanze. Un momento, in mezzo a mille, per mandare un messaggio... per sentirsi più vicini... orme della stessa strada.

20 commenti:

JANAS ha detto...

Stefi...!!
ok non ho parole...ho scoperto il lavoro che vorrei fare!
collezionare attimi!
eh! e per quello che non avevo ancora deciso...non era ancora contemplata nelle professioni legalmente riconosciute! :))))

Leonardo ha detto...

Le cartoline ti fanno venire il mondo in casa!
D'accordo,mi dirai: poter girare il mondo è un'altra cosa ma come mestiere il postino mi sarebbe piaciuto.
Sarà per questo che porto volentieri i fiori?
Quando arrivava il postino,nei paesi in particolare,tante volte era una festa,la gente sorrideva...oggi quando suono ala porta di qualcuno con dei fiori io sorrido per primo e normalmente vengo ricambiato.
Costa così poco!

Ciao,buon fine settimana.

Stefi ha detto...

janas.. lo fai già, credimi! ;)
.. e ne ho le prove!!!!!!!eheh


sirio... portare i fiori è un altro modo per collezionare attimi! mi piacerebbe vedere le facce di tutte quelle persone, davanti alla sorpresa! .. e davanti a quel sorriso di chi li porta! basta così poco, sì!.. e, guarda un po', è sempre "quel poco" che fa la differenza!!
Grazie!

Buona domenica a te!

JANAS ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
JANAS ha detto...

Dai Stefi ...armiamoci di macchina fotografica, e andiamo con Sirio, ci appostiamo dietro un albero, e quando aprono ...click click a cogliere espressioni tenere, di sorpresa e gioia!!

Stefi ha detto...

Via, ja', andiamo! occhiali scuri e cappotto, eh! porti tu i binocoli? ..così al massimo, nei momenti di pausa, guardiamo più su! ;)

Anonimo ha detto...

bisogna distinguee chi li crea e chi li colleziona..... per me non li collezionate ma li create tutte e due!!!! (e non solo)
invece io mi colleziono i vostri attimi
"Accanto alla finestra della cucina, i tamburi africani chiamavano alla festa anche le facce sofferenti dei ballerini di flamenco che, ad ogni battito di mani, schiacciavano il dolore e facevano nascere la passione." ......wow
sempre un gran bel piacere

Leonardo ha detto...

Stefi,anzitutto complimenti per le foto che proponi nell'altro tuo blog,sei veramente in gamba!
Evvvvaiiii,facciamo questo tour fotografico anche con janas!
Abbiamo tanta di quella "bell'Italia" da fotografare,e (parlo per me) quanto la conosco poco!
Ciao,buona domenica.

Stefi ha detto...

bibbo.. che carino!:) eh! diciamo che tutti creiamo attimi e li condividiamo.. anch'io, in fondo, colleziono quelli degli altri..


sirio... grazie! ;)
oh che bello! anche perché se parliamo di italia da scoprire, per me è un intero mondo: ne ho vista talmente poca!! il mondo chiama, ma poi ci dimentichiamo di qua...
ma già lì da te devo dire che si impara! che credi? io passo, guardo e prendo appunti, eh! ;)
un sorriso

Gianna ha detto...

Ciao cara stefi. Bel blog,ripasserò.

Anonimo ha detto...

uau! non posso crederci. aveva ragione davide, parli di me? mai successo!
bibbo non mi dici niente?
bellissimo fifi! ti sei meritata la cartolina con la piroga :)
venezia ti aspetta
un bacio
dario

Stefi ha detto...

Stella.. grazie.. qui è un porto di mare! un po' per il caos e un po' per la varietà di quel che c'è e di chi ci passa.. quando vuoi, sei la benvenuta!


Darioooooo! che cacchio ci fai qui?! davide fa pure la spia?!? ahahah comunque, ho fatto tutto questo SOLO per la cartolina con la piroga, che pensi?!? eheh

ah, bibbo che commenta qui, non è il bibbo veneziano!! è un toscano con sangue siculo e spirito romano.. sì, insomma, un po' dappertutto! è quello dei quadri rossi!
ciao darione! dai un bacio per me alle pecore che bloccano il traffico dentro casa!! buahahah

JANAS ha detto...

pecore che bloccano il traffico dentro casa????

Stefi ha detto...

:) era riferito alla cartolina che ho citato nel mio scritto... ne ha una a casa con delle pecore, sul muro tra il salotto e la cucina. Sembra quasi siano lì a bloccare il traffico di casa, in mezzo al passaggio..

Gianna ha detto...

Buon inizio settimana,stefi.

Anonimo ha detto...

haaa il romano della mostra! allora scusa bibbo2 :)
pecore in salotto....ma che figura mi fai fare?
ci vediamo dopo
spritz e tramezzino. offro io
dario

Artemide ha detto...

Che bello... cogliere negli occhi delle persone i loro attimi più profondi e nascosti..per me questa è la "collezione" più meravigliosa.. che sento di più.. e che mi fa scendere sempre lacrime non pensate, emozioni vere...
"Un momento, in mezzo a mille, per mandare un messaggio... per sentirsi più vicini... orme della stessa strada."

Bellissimo.
Un abbraccio di attimi

Artemide ha detto...

P.s.: Stefi, qui è diventato veramente un porto di mare.. no se capisse pì gnente! :DDDDDDDD

Stefi ha detto...

Stella.. grazie! altrettanto a te!


Darione.. che semo! mi scrivi dal computer davanti?!?! no go paroe!


Chiaretta... ;) già.. son quelle che ti fanno venire il groppolone!

cmq è un porto di mare incasinato perché è arrivato darione a scaricare merci!! :D ma vedrai che ritornerà il porticciolo che era prima, fidati! ;)

JANAS ha detto...

uhm! porto di mare o porticciolo, si respira comunque un aria serena e amichevole, come una brezza leggera!

 

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